Attraverso un comunicato diffuso dalla Commissione esecutiva della Conferenza episcopale argentina, presieduta dal vescovo di Santa Fe, mons. José María Arancedo, la Chiesa ha condannato il testo del “Protocollo per l’assistenza integrale delle persone con diritto all’interruzione legale della gravidanza” approvato negli ultimi giorni dal Ministero della salute.
Il Governo lascia “senza protezione la vita umana più vulnerabile"
La nuova norma, di applicazione obbligatoria in tutto il Paese, viene ad aggiornare
- dopo una sentenza della Corte suprema di giustizia del 2012 sulle garanzie che lo
Stato deve offrire nei casi di aborti non punibili - la cosiddetta “Guida tecnica
per l’assistenza integrale degli aborti non punibili” sancita nel 2010. “In un’epoca
nella quale si tratta di rispettare e prendersi cura del creato e della vita in tutte
le sue dimensioni”, lo stesso Governo lascia “senza protezione la vita umana più vulnerabile”,
si legge nel messaggio dal titolo “La vita, primo diritto umano”.
Le autorità hanno ampliato le cause per ricorrere all'aborto
Secondo quanto affermato dai vescovi nel loro comunicato “le autorità, invece di cercare
vie per salvare la vita della madre e del suo figlio in caso di rischio e di procurare
opzioni veramente terapeutiche e alternative, obbligano a determinare l’aborto” e
ampliano - di fatto - le cause che autorizzano l’interruzione legale della gravidanza
alle situazioni di “dolore psicologico e sofferenza mentale associata alla perdita
dell’integrità personale e l’autostima”.
Il protocollo esclude l'obiezione di coscienza
È “sorprendente - concludono i vescovi - che venga limitato un diritto umano fondamentale
quale l’obiezione di coscienza”. Il protocollo - si legge nel comunicato - esclude
l’obiezione di coscienza istituzionale che prevedeva la legge 25673 e nega l’obiezione
di coscienza individuale perché obbliga il medico obiettore ad intervenire nel procedimento
di interruzione della gravidanza nel caso che non ci sia disponibile nell’istituzione
un altro professionista. (R.P.)
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