2015-06-23 11:56:00

Giaccardi: “Laudato si’”, Enciclica che riduce le distanze dell'umanità


“Curare Madre Terra”, è il titolo di un volume della casa editrice Emi in libreria da questo mercoledì che propone una serie di commenti all’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Tra questi, il saggio a firma di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti dal titolo “Educarsi alla cura: coltivare, custodire, cantare”. Alessandro Gisotti ha intervistato proprio la prof.ssa Chiara Giaccardi, docente di sociologia e antropologia dei media all’Università Cattolica di Milano:

R. – La prima cosa che mi ha colpito dell'Enciclica è un’affermazione che, secondo me, ha un carattere insieme ontologico, teologico ma anche politico: tutto nel mondo è intimamente connesso. Questo lo ha detto anche Benedetto XVI nella Caritas in veritate al numero 21, ma Papa Francesco lo ribadisce in tutto il testo e ci dà, in qualche modo, il paradigma di questa connessione universale al numero 66 quando dice: “L’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la Terra”.

D. - Il saggio da lei firmato, all’interno del volume “Curare Madre Terra”, si sofferma sulla cura, sul tema della custodia ..

R. - Sì, il Papa usa un termine spagnolo molto bello che è “cuidar” che vuol dire prendersi cura, guardare con attenzione, far crescere. Di solito noi pensiamo: custodire e coltivare. Le due indicazioni sono il mandato che è stato dato all’uomo nel Giardino come due verbi in qualche modo alternativi che si devono un po’ mitigare a vicenda. In realtà nell’accezione originaria prendersi cura è proprio coltivare; non si può prendere cura senza coltivare, quindi senza guardare con attenzione, senza rispettare ma anche senza far crescere e mi pace molto che nell’Enciclica la custodia sia legata al tema dell’educazione. Noi ci prendiamo cura facendo crescere, quindi educando prima di tutto all’intero, a questo umanesimo integrale ed integrante, ma poi educarci all’abitare, alla partecipazione che è fondamentale.

D. - Come esperta, studiosa di comunicazione cosa la colpisce di questo documento ed anche del dibattito che sta suscitando?

R. - La prima cosa, dal punto di vista comunicativo dello stile che mi ha colpito è che il linguaggio di questa totalità è il canto, perché il titolo che ha scelto Papa Francesco “Laudato Si'” è il titolo del Cantico delle Creature e noi possiamo parlare del mondo cantandolo. Credo che questo sia un messaggio metacomunicativo, direi, molto importante. Poi, l’aspetto comunicativo fondamentale è che Papa Francesco parte dall’ascolto, ascolta tutti e quindi si fa ascoltare. È molto bello il fatto che citi in tutta l’Enciclica le conferenze episcopali di moltissimi altri Paesi, del Giappone, del Canada ... Cita anche la Carta della Terra; cita una pluralità di fonti che hanno tutte a cuore il comune destino dell’umano senza divisioni e steccati. Mi sembra che dal punto di vista comunicativo la sua postura, prima che ancora dei contenuti, ci dica qual è l’atteggiamento, che è appunto ridurre le distanze. A me sembra davvero che il Papa  sia come il Buon Samaritano che, libero dalla classificazioni sociali, dalle tradizionali distinzioni culturali, attraversa la strada per primo, si fa incontro agli altri per prendersi cura dell’umanità ferita in questo momento. Questo mi sembra fondamentale dal punto di vista comunicativo. Cantare, ascoltare e prendersi cura insieme di questo mondo comune.








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