2015-06-23 14:29:00

Card. Erdő: attenzione pastorale non è riconoscimento nozze gay


“Un documento che riflette in modo affidabile la percezione e le attese della Chiesa intera sul tema cruciale della famiglia”. Così il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, alla Conferenza Stampa di presentazione dell’Instrumentum Laboris per la prossima Assemblea sinodale che si terrà il prossimo ottobre. Massimiliano Menichetti:

L’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede ha ospitato un incontro tutto proiettato sulla famiglia presentando l’Instrumentum Laboris. Il cardinale Baldisseri ha detto che “da tutte le latitudini stanno rispondendo alle sollecitazioni” con “diverse sensibilità culturali e geografiche”, “una sinfonia di voci – ha ribadito - che esprimono la ricchezza delle esperienze ecclesiali presenti nel mondo”. Sottolineata ancora una volta la centralità della famiglia nella costruzione della società, la sua vocazione alla vita, alla missionarietà, nella trasmissione della fede, testimone di accoglienza.

No alle nozze gay, sì all'accompagnamento
Due i fronti toccati dai giornalisti presenti, che hanno chiesto come sia possibile “raccomandare un’opportuna attenzione pastorale all’accompagnamento delle famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale, senza condividere il cosiddetto matrimonio gay". Il card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest, relatore generale della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi:

"Attenzione pastorale e riconoscimento del matrimonio gay sono due cose diverse e questo risulta anche dal documento finale della scorsa assemblea sinodale, dove a questo riguardo c’è un brano che cita i documenti precedenti della Chiesa cattolica. Quindi anche in questo contesto dell’Instrumentum laboris si intende questo sotto l’espressione 'attenzione pastorale'”. 

A ribadire la posizione anche mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, segretario speciale della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo: 

“E’ certamente un punto fermo, che fa parte della Dottrina della Chiesa: per matrimonio intendiamo quello fra un uomo e una donna, aperto alla procreazione. Questo, però, non significa che io non possa rispettare e accogliere una persona omosessuale, significa che sono due cose distinte. Anche la Costituzione italiana dice questo: l’art. 29, comma 1, dice che la famiglia è questo: un’unione fra un uomo e una donna, aperta alla procreazione. Abbiamo davanti, dunque, una realtà che è la famiglia e abbiamo una sfida pastorale, che è anche un valore: far sì che nessuno si senta rifiutato, giudicato, emarginato, ma possibilmente accompagnato e integrato nella vita della comunità”.

I divorziati risposati
Altro punto affrontato quello della sfida pastorale nei confronti dei divorziati risposati in cui si ribadisce tutta la carezza di un accompagnamento per un’integrazione pastorale strettamente legata alla capacità di discernimento, dunque anche alla coscienza. Ancora mons. Bruno Forte:

"Responsabilità della coscienza che deve essere una coscienza rettamente formata, cioè non può essere una coscienza che ritiene bene ciò che semplicemente piace o è comodo; deve confrontarsi con il valore. Credo che è un processo aperto su cui bisogna discernere insieme".

Il punto – ha affermato il presule - non è la sfida, non è come si è detto tante volte semplificando “comunione sì, comunione no” ai divorziati risposati ma “è come aiutare le persone a sentirsi parte viva, protagonisti della vita ecclesiale“.

I lavori del Sinodo
Parlando della modalità di confronto al Sinodo il card. Baldisseri ha spiegato che si terrà una “linea dinamica”, evitando le lunghe serie di interventi "dei singoli membri” e che saranno valorizzati ancora di più i Circoli Minori, “distribuiti nel tempo e non tutti insieme”. "Ci sarà poi un documento finale, che sarà consegnato nelle mani del Santo Padre".

L'informazione
Circa l’informazione durante i lavori il porporato ha evidenziato che “spesso il Santo Padre ha ricordato che il Sinodo è uno spazio in cui possa agire lo Spirito Santo, non è un parlamento. I Padri sinodali sono invitati ad esprimersi con parresia. Essi saranno liberi di comunicare con i media a loro discrezione e responsabilità. La Sala Stampa curerà opportunamente, come è di consueto, l’informazione sul Sinodo”.








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