2015-06-20 13:06:00

Greenaccord: custodire le risorse naturali, no allo spreco di cibo


Custodire le risorse naturali in modo virtuoso è anche strettamente legato al cibo, a come viene prodotto distribuito e conservato. E’ questo il tema su cui si sono soffermati i partecipanti al Forum dell’informazione cattolica, che si sta svolgendo all’Aquila, promosso dall’ associazione onlus Greenaccord. E se da una parte la crisi ha cambiato le abitudini sulle tavole degli italiani, incidendo a volte anche negativamente sulla loro salute, dall’altra si comincia a fare sempre una maggiore attenzione sulla provenienza dei prodotti. Marina Tomarro ha intervistato a questo proposito Giancarlo Belluzzi, esperto di analisi del rischio in sicurezza alimentare:

R. – Ogni prodotto messo in commercio ha una sua traccia, un suo marchio da cui è possibile risalire alla materia prima con la quale è stato ottenuto. Ci sono delle filiere che sono completamente tracciate, dall’inizio alla fine. Qualche filiera non ci riesce ancora, ma si sta attrezzando: ad esempio la filiera del pomodoro, che sta utilizzando il drone per fotografare il prodotto durante la raccolta, per poi farne una traccia dentro lo stabilimento. Per cui, se il consumatore vuole, può sapere esattamente da quale campo proviene quel pomodoro o quella passata.

D. – Ma le date di scadenza sui cibi quanto sono veritiere? E quando invece provocano lo spreco degli alimenti?

R. – La data di scadenza è espressa in due modi: c’è una data perentoria e una invece consigliata. È chiaro che quella perentoria è una data che tiene conto della pericolosità del cibo, qualora dovesse essere superata. L’altra invece - quella che dice “preferibilmente entro” - è una data consigliata. Prima di questa data, ma anche non appena superata, il prodotto può essere riutilizzato dopo aver verificato che questo non emani cattivo odore, non abbia un sapore strano o non sia visibilmente alterato. È su questo spreco che è giocata la partita del riutilizzo del cibo. In maniera molto positiva, il Ministero della salute ha validato il primo manuale per la conservazione di questo cibo ritirato dallo scaffale, pur conservando ancora tutte le caratteristiche di bontà; questo può essere utilizzato invece per coloro che di cibo hanno veramente bisogno. Noi europei, oggi, buttiamo oltre 100 milioni di tonnellate di cibo, e, complessivamente nel mondo, se ne buttano un miliardo e 300 milioni. Una quantità di questo genere sfamerebbe per quattro volte gli 800 e più milioni di persone che sono sottoalimentate.

D. – Quanto sono dannosi per l’uomo i microrganismi che attaccano il cibo?

R. – I microrganismi sono degli organismi che popolano il globo e quindi sono presenti un po’ ovunque: alcuni ceppi assumono una particolare gravità, ma non tutti sono pericolosi. Quindi bisogna fare molta attenzione: non va sterilizzato il cibo “tout court” - perché è chiaro che poi perde in termini di qualità, e di sapore soprattutto - ma certamente è necessario usare criteri di igiene. A tal proposito, vi sono delle indicazioni ben precise anche riguardo alla conservazione nel frigorifero di casa o ancora alla manipolazione durante la preparazione del cibo.








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