2015-06-19 12:02:00

Sempre più migranti nei conventi. Caritas: 7 mila posti


Sono centinaia i migranti accolti in questi giorni in ex conventi, case e strutture gestite da religiosi. Un fenomeno che va da Nord a Sud. A questo si aggiunge l’impegno della Caritas. Alessandro Guarasci:

Un modo per rispondere all’appello di Papa Francesco che ha chiesto di aprire i conventi ai bisognosi. E chi non è più bisognoso in questo momento dei tanti migranti che stanno sbarcando sulle coste italiane? Gli ordini religiosi si sono mossi. Ecco allora che a dare ospitalità sono i guanelliani a Como, Lecco, Nuova Olonio e a Sormano, i francescani ad Enna, Roma e Piglio, i comboniani a Brescia, i pavoniani a Maggio di Valsassina, gli scalabriniani a Roma e Foggia, le suore Mercedarie a Valverde di Scicli. E questi sono solo alcuni esempi. Poi c’è la Caritas, da sempre attiva su questo fronte. Oliviero Forti, responsabile migrazione

R. – Oggi, anche chiaramente su ispirazione di quanto più volte ci ha chiesto Papa Francesco, siamo sul territorio con circa 7 mila posti di accoglienza, che significa, almeno per quanto riguarda l’emergenza attuale, un numero elevato di realtà dal nord al sud Italia che, in convenzione con il governo e con le prefetture, stanno rispondendo a questa emergenza.

D. – Tra l’altro, c’è tutta la vostra attività dei centri d’ascolto che spesso è indirizzata anche ad immigrati…

R. – Evidentemente, soprattutto. Abbiamo numeri elevati di persone straniere, che risultano in molti casi essere quelle più vulnerabili, che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto perché - ripeto - non rientrano in quella categoria che oggi può godere di un’accoglienza in emergenza, e che comunque ha bisogno di risposte. Per cui il nostro è un intervento un po’ a 360 gradi, che riguarda tutte le categorie di cittadini italiani e stranieri che si trovano in condizioni di bisogno. Quindi anche la strumentalizzazione rispetto all’accoglienza dei profughi la riteniamo non solo fuori luogo, ma anche ingenerosa, nella misura in cui si tenta veramente di aiutare il Paese, e quindi in questo caso senza distinzioni di sorta, a far fronte ad un periodo che è difficile per tutti.

D. Come giudicate il raccordo che per esempio avete con le istituzioni nazionali e anche con i principali comuni italiani, che in questo momento sono sotto pressione?

R. – Il rapporto è stato sempre un buon rapporto, al punto che noi in rappresentanza del Tavolo asilo, siamo presenti al Tavolo di coordinamento nazionale del ministero dell’Interno: quindi c’è una collaborazione costante, anche con l’Anci, attraverso il servizio centrale dello Sprar, per cui mi sento di dire che lo sforzo di cui parlavo prima è uno sforzo condiviso sia sul piano istituzionale sia in termini di organizzazioni del privato sociale. La questione è che questo lavoro, già di per sé molto complesso e faticoso, purtroppo lo diventa ancor di più quando siamo sostanzialmente oggetto di attacchi che, credo, non abbiano nessun altro obiettivo se non quello di indebolire una situazione che già di per sé, ripeto, è complicata.








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