2015-06-17 15:40:00

Da lutto disperato alla fede che consola: una testimonianza


“Un buco nero” che inghiotte la vita, uno “schiaffo” alle promesse e ai sacrifici “gioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fatto nascere”. Con queste parole, Papa Francesco ha descritto all’udienza generale l’esperienza di dolore che provano i genitori che patiscono la morte di un figlio. Presente all’udienza, dove ha abbracciato il Papa, Andreana Bassanetti, madre di una figlia che si è tolta la vita e fondatrice dell’Associazione “Figli in cielo”, racconta al microfono di Alessandro De Carolis, come la scoperta di Dio l’abbia strappata dal senso di annichilimento in cui era precipitata:

R. – Io sono psicoterapeuta perciò sono abituata ad accompagnare i ragazzi nell’adolescenza che è il periodo più difficile. E pensavo di aver fatto tutto bene con mia figlia e con l’altro ragazzo. Camilla, è il nome mia figlia, invece era una ragazza sensibilissima, che si faceva carico di tutti i problemi degli altri e difficilmente reagiva. Infatti era un’eterna discussione fra di noi. Io le dicevo sempre che doveva difendersi. Pensi che nel suo diario a 21 anni, ho letto: “Non ho mai offeso nessuno”. Perciò la prima esperienza sua affettiva non è andata nel migliore dei modi, ha cominciato a diminuire il cibo e insomma ho visto tutti quei sintomi che normalmente mi vengono raccontati in terapia. Mi sono allarmata e l’ho affidata alla terapia di uno psicologo che conoscevo e sembrava una persona molto affidabile e invece non ha gestito la terapia nel migliore dei modi e mia figlia ne ha avuto delle conseguenze tremende. Da allora non si è più ripresa, ha dovuto ricorrere agli psicofarmaci… Insomma Camilla, non riuscendo più a sopportare questa sofferenza che aveva dentro, che era proprio intollerabile, si è buttata dal balcone della nostra casa, dal sesto piano. Quello che è strano è che dal sesto piano era intatta, questo è stato miracoloso. Qualcuno, io dico, dolcemente l’ha depositata sull’altare della terra come, non so, un’offerta gradita al Signore. Mi piace pensare così, perché meglio di Camilla non c’era, proprio come animo puro…

D.  – Questo lutto la precipita in quello che Papa Francesco all’udienza generale ha definito un “buco nero che inghiotte tutto”. Lei era lontana dalla fede e non vedeva luce in questo buco nero. Poi un giorno le accade di vedere  una luce, anzi una lucina in fondo a una strada…

R. – Io ero talmente nel fondo di questo buco nero che non cercavo nemmeno Dio, lo avevo proprio accantonato. E infatti io volevo lasciarmi morire. Ho visto che anche quando volevo alzarmi, non avevo le forze per farlo, avevo il corpo dissociato dalla mene. Allora, ho chiamato il medico, anche perché sentivo la responsabilità dell’altro figlio, e il medico mi ha ordinato di fare almeno il giro dell’isolato una volta al giorno. Ero debolissima, c’era molta nebbia. Sono uscita verso sera proprio per non incontrare nessuno. Però ho visto che avevo un po’ di stanchezza alle gambe e desideravo trovare un luogo per riprendere un po’ di forze e tornare. Improvvisamente ho visto nella nebbia una lucina, in fondo, e poi pian piano che mi avvicinavo la sagoma di una chiesa. Mi sono avvicinata e sotto la lucina c’era una porta e tra la lucina e la porta c’era questa scritta straordinaria che ancora oggi guida la mia vita e diceva: “Venite con me in disparte”. Io ho sentito nella mia fragilità questo versetto proprio che mi ha penetrato. Sono entrata, ho visto in disparte una cappellina illuminata con delle ragazze in adorazione e lì ho avuto il primo soffio di vita, mi sono detta: “Se esistono queste ragazze con questi volti, forse Camilla non è morta”. Ecco, lì, io ho cominciato. Al buio, ero dietro una colonna, quasi mi vergognavo di essere lì. Ho scoperto di non essere più stanca e sono tornata a casa. Però avevo la certezza nei momenti più bui di ritornare in questo luogo dove avvertivo questa presenza forte, un calore che avvertivo. Per quello dico alle famiglie che oggi camminano con me: non subiamo un dolore così grande, noi siamo stati chiamati lì, come Maria, a vivere questo evento tremendo ma anche preziosissimo che ci incolla sulla croce a Cristo.

D.  – Papa Francesco cosa ha detto a lei?

R.  – Abbiamo sentito questo abbraccio forte di questo papà straordinario che dice sempre cose meravigliose ma oggi in particolare ha parlato a noi. E le cose che lui ha detto in fondo sono le cose che noi viviamo all’interno della Chiesa, cercando di evangelizzare il nostro dolore e il nostro lutto. Sentivamo questo abbraccio e grazie al Cielo ho avuto l’opportunità anche di averlo dal santo Padre, che è proprio questo abbraccio che va oltre noi: abbraccia terra e cielo.








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