2015-06-16 13:51:00

Convegno diocesano al via col rapporto Censis sulla famiglia


“Noi genitori testimoni della bellezza della vita”. Questo il tema del convegno pastorale della diocesi di Roma, ieri al primo giorno di lavori dopo l’inaugurazione di Papa Francesco domenica pomeriggio. Nell’incontro in Laterano, presentato un rapporto del Censis su “i genitori e la trasmissione della fede ai figli a Roma”, realizzato intervistando un campione di mille famiglie romane. Il servizio di Michele Raviart:

La famiglia rimane un’istituzione solida nella diocesi di Roma e solo il 5% delle famiglie che si dichiarano non credenti la considera un fenomeno ormai superato. Rimane centrale anche per quelle che si definiscono cattoliche, per cui è soprattutto “l’unione sacra di un uomo e una donna” e il  “nucleo fondamentale della società”.  La ricerca del Censis si focalizza poi sul rapporto tra famiglia e fede, sul quale si è soffermato anche il Papa domenica,  nel discorso inaugurale del convegno diocesano. Il cardinale vicario Agostino Vallini:

 “Il Santo Padre, con quello che ci ha detto in piazza san Pietro, dove c’erano anche tanti genitori, ha voluto dare un po’ il tono al convegno, attraverso questi richiami ai valori forti. Il primo valore è quello della famiglia che nasce sull’amore e vive nell’amore. E il Papa l’ha ripetuto anche affermando che in fondo Roma ha bisogno di una riforma spirituale e morale”.

Su cento intervistati cattolici, il 40% si dichiara praticante, ma solo il 13% frequenta la parrocchia costantemente e fa attività di volontariato. Quello che emerge dalla ricerca è una tendenza a vivere la fede in maniera soggettiva e personalizzata. Parallelamente il 43% dei non cattolici - che per lo più si definiscono agnostici e non atei – ha battezzato i loro figli, il 30% ha fatto fare loro la Prima Comunione,  mentre il 25% ha scelto l’insegnamento scolastico della religione cattolica, per “avere comunque un’educazione morale”. Elisa Manna, responsabile del settore cultura del Censis.

“La crisi dei pensieri forti che ha interessato la seconda metà del secolo scorso ha investito tutto. Diciamo che in qualche modo le posizioni delle persone sono più incerte, sono più possibiliste. E in questo c’è un aspetto positivo e un aspetto negativo: negativo perché sono un po’ incerte su tutto,  positivo perché sono aperte, quindi sono aperte alla possibilità di un messaggio evangelico e quindi c’è  la speranza molto fondata che una Chiesa rinnovata nel suo linguaggio possa davvero avvicinare i lontani.”

La trasmissione dei valori della fede in famiglia avviene principalmente attraverso la figura materna e nel periodo di preparazione alla Prima Comunione. Quasi il 30% delle famiglie cattoliche tuttavia non ritiene di dover trasmettere la propria fede ai figli e si limita all’approfondimento di temi legati ad una generica “interiorità”. Il 40% delle famiglie non cattoliche ha invece discusso in casa le tematiche affrontate durante il catechismo.  In generale, se i giovani abbandonano la Chiesa, questo avviene proprio dopo la Prima Comunione,  sia per l’allentamento della partecipazione dei genitori sia per la mancanza di un gruppo parrocchiale coinvolgente. Mons. Andrea Lonardo, direttore dell’ufficio catechistico diocesano di Roma.

“Le sfide sono tantissime. Papa Francesco sta insistendo sulla popolarità della catechesi: cioè che la catechesi deve vincere il rischio di essere solo per delle élite, disposte a cammini arzigogolati e complicati. C’è bisogno di gente molto formata, ma c’è bisogno anche di un pane semplice, come la sua predicazione, che arrivi a tutti. Le famiglie sono incoraggiate a qualcosa di semplice e profondo: questo credo sia il cammino da proporre.

Ad accomunare credenti e non credenti è invece la popolarità di Papa Francesco. Ancora Elisa Manna.

 “Papa Francesco è considerato dall’80% dei cattolici il punto di forza essenziale del cattolicesimo: la concretezza di una persona e di un testimone vivo coinvolge più di un messaggio straordinario - quello di amore, di speranza - che però, senza un testimone che lo incarna, rischia di rimanere lontano. E affascina anche i non credenti: c’è veramente una percentuale molto consistente di non credenti che considera Papa Francesco il suo faro”.








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