La bellezza della Chiesa, l’unità, la misericordia, una data fissa per la Pasqua, l'Asia promessa della Chiesa. Sono solo alcuni dei temi trattati ieri dal Papa nella Basilica di San Giovanni in Laterano incontrando i partecipanti al Terzo Ritiro Mondiale dei Sacerdoti, promosso dal Rinnovamento Carismatico Cattolico Internazionale e dalla Catholic Fraternity. Nell’incontro il Papa ha sottolineato l’importanza della presenza delle donne nella Chiesa, ma anche parlato del prossimo viaggio in Africa e ha detto di aver chiesto al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I di presentare la sua prossima enciclica. Massimiliano Menichetti:
Il canto, la preghiera, la gioia, sono state le cifre di questo appuntamento nella fede orientato all’unità della Chiesa. Un incontro a tutto tondo dove il Papa ha dialogato con i partecipanti al terzo Ritiro Mondiale dei Sacerdoti dopo una meditazione densa di contenuti e annunci, come la possibilità che la data della Pasqua sia unica, per favorire unità tra le Chiese, o l’annuncio del prossimo viaggio in Africa a Novembre, nella Repubblica Centrafricana e in Uganda. Francesco ha precisato che sta valutando anche di andare in Kenya. Nella meditazione il Papa ha sottolineato che la discussione, la franchezza, il confronto dona vitalità alla Chiesa stessa: “Le Chiese senza discussione son chiese morte”. “Nei cimiteri! Nessuno discute di niente”.
La Chiesa di Cristo
Non ha nascosto la gioia “di vedere i sacerdoti delle
periferie del mondo seduti” in Basilica accanto ai vescovi, al suo Vicario il cardinale
Vallini. Tutti insieme - ha ribadito - nella “bellezza della Chiesa”. Francesco ha
dunque auspicato un confronto diretto e franco tra “sacerdoti e vescovi “ ed invocato
la vicinanza “al popolo di Dio”.
La donna nella Chiesa
Poi è tornato a ribadire l’importanza della donna
nella Chiesa, “Maria - ha detto ironizzando sulle eventuali lamentele di alcuni -
vale più degli apostoli”. “Il genio femminile
nella Chiesa è una grazia, perché la Chiesa è donna: è ‘la’ Chiesa, non ‘il’ Chiesa:
la Chiesa. La Chiesa è sposa di Cristo. E’ Madre del Santo Popolo dei fedeli di Dio.
Chiesa, donna. E queste donne che sono qui presenti sono immagini e somiglianza della
Chiesa e della Madre Maria”.
I sacerdoti trasformati dall’Amore
Poi, ha poggiato lo sguardo di pastore sui sacerdoti
e auspicato che “siano trasformati dall’amore”. “Amore Trinitario”: “Celebrare oggi qui la festa del Sacro Cuore non è una coincidenza - ha sottolineato
- E’ il giorno in cui il Signore ha voluto che riflettessimo sull’infinito e misericordioso
amore del Padre, espresso nel cuore del Figlio Gesù, con la forza vivificante dello
Spirito Santo”. Il Pontefice ha quindi evocato
una canzone di padre Lucas Casaert (missionario belga in Bolivia da 40 anni), che
parla della cura e tenerezza che il Signore ha per il suo discepolo e la Basilica
si è accesa in canto sollecitato dallo stesso Papa.
Il perdono del Signore
“Nei momenti peggiori - ha proseguito Francesco -
quando perfino avrete litigato con il Signore o quando sarete stati infedeli al Signore
non temete! Avvicinatevi al Sacrario”. Il Papa ha consigliato “di aprire il cuore”,
lasciar scorrere le lacrime nella certezza del perdono di Dio, nella confessione.
La cura del gregge
Il Popolo di Dio - ha evidenziato - sa riconoscere
“quando un sacerdote è innamorato di Gesù o quando è un funzionario a orario fisso
o una persona che segue la legge alla lettera. Il sacerdote che diventa un funzionario”: “Vi prego che non ci sia doppiezza di cuore! Che ci sia
amore e che non ci sia ipocrisia; che ci sia misericordia, tenerezza”. “La prima motivazione per evangelizzare - afferma il Papa
- è l’amore di Gesù, che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui”.
“Ogni sacerdote senta nel suo cuore che nonostante le sue mancanze, infedeltà e proprio
per questo il Signore lo mette lì, al servizio del suo popolo e questa è una cosa
meravigliosa”. Ricordando l’incontro con alcune
coppie con “50 e 60 anni di matrimonio” nella Messa mattutina a Santa Marta, ha parlato
di un amore che matura negli anni: così “come il sacerdote via via che va avanti nell’amore
con Gesù sente la carezza del suo maestro in una maniera nuova, lo cerca, lo comunica
e lo ama con carezze rinnovate”. Non è sempre
facile - ha detto - ma “lasciatevi amare, aprite il vostro cuore a Lui. E non solo
contempliamo Gesù: lasciate che Lui ci contempli, che Lui mi guardi... ‘Signore, eccomi
qua, sono qui’.
L’affidamento al Tabernacolo
“Se tu sei lì davanti al Santissimo e dormi non ti
preoccupare! Lasciati guardare da Lui, ma vacci, vacci a quel tabernacolo! Non lo
lasciare!” Il Papa ha esortato a guardare il
tabernacolo dove si trova l’Amore “e se non sai cosa dirgli - ha aggiunto - se sei
stanco digli che sei stanco e se ti addormenti fai che Lui ti guardi e che lo Spirito
Santo preghi per te, da lì, in questo dialogo che è dialogo d’amore, un dialogo silenzioso,
senza parole”.
L’Omelia sappia parlare al cuore
E’ tornato sulle omelie esortando “a parlare al cuore
della gente” e suggerendone il modello: “Un’idea, una parola, una immagine e un sentimento”.
“Non dimenticate - ha detto - che l’omelia non è una conferenza, non è una lezione
di catechesi, è un sacramentale”: “Non fate
paura al popolo fedele di Dio, non lo fate fuggire, non perdete tempo, parlategli
di Gesù, della gioia di una fede ancorata a Gesù”.
Il Battesimo non si nega
“Vi confesso che mi fa una gran pena quando un parroco
non battezza uno appena nato perché figlio di madre single o di padre risposato. Non
ha diritto! Il Battesimo non si nega!”. “Quando
questo accade, il cuore di un sacerdote è burocrate, è strettamente legato alla legge
della Chiesa, la Chiesa che è madre si trasforma per tanti fedeli in una 'matrigna':
per favore, fate sentire che la Chiesa è sempre madre!” Il Papa ha parlato della misericordia insegnata da Gesù e declinata in un amore
non chiuso dalla morale, ma aperta all’uomo. E ha citato il perdono di Gesù: 70 volte
7. “Non abbiate paura - ha sottolineato - Misericordia
nelle confessioni, misericordia”. “L’amore trasforma e contagia”.
L’Ecumenismo
Poi, lo scandalo della divisione dei cristiani. L’ecumenismo
- ha proseguito - non è un compito in più da fare: è un mandato di Gesù. “E’ cercare
l’unità del Corpo di Cristo, rotta per i nostri peccati di divisione”.
Il perdono per le colpe
“Noi - ha detto - ci scandalizziamo quando quelli
dell’Isis bruciano vivo quel povero pilota, in quella gabbia, ma noi nella nostra
storia lo abbiamo fatto!”. “Noi abbiamo ferito la Santa Madre Chiesa! Nella nostra
coscienza ci deve essere quel chiedere perdono per la storia della nostra famiglia,
per tutte le volte che abbiamo ucciso in nome di Dio”. Il Papa ha indicato i martiri quali vie di unità e il sangue oggi “di uomini
e donne che muoiono per Gesù Cristo”. Il Papa ha parlato di un “ecumenismo del sangue”
che stiamo vivendo. C’è una confessione - ha aggiunto - da parte del demonio: “Sono
cristiano”… Bisogna sterminarli!
La missionarietà non clericalizzata
Quindi, ha introdotto la grazia esortando alla
missionarietà il Rinnovamento Carismatico. “A volte siamo tentati di credere che siamo
i padroni della grazia e non i dispensatori della grazia. La grazia non si compra.
E’ gratuita: è grazia!” Poi, l’esortazione
a lasciar lavorare i laici. “Non clericalizzate!
- ha evidenziato - Il clericalismo è uno dei
peccati e uno degli atteggiamenti peccaminosi che frenano la libertà della Chiesa.
Secolarismo
Sollecitato sul fenomeno del secolarismo, ha detto che non va combattuto facendo proselitismo,
poiché “è la caricatura dell’evangelizzazione”. Ma di occuparsi delle persone, delle
povertà, “annunciare il Vangelo”, testimoniare e questo a tutte le latitudini, anche
le più povere.
Il denaro
Di nuovo, il monito a non essere attaccati alle ricchezze,
a riconoscere ed evitare l’ideologia che “crea la lotta di classe”. Invece, testimoniare
il Vangelo. “Gesù predicò le Beatitudini -
ha precisato - Predicate il Vangelo, state con i poveri. “Il popolo fedele di Dio
mai perdonerà un sacerdote che sia attaccato
al denaro o che tratti male la gente”. “Non dimenticatevi - ha evidenziato - che il demonio entra
dalla tasca, entra proprio lì.” E che una volta entrato, “il secondo scalino è la
vanità!
L’Europa
Sulle sfide dell’Europa dell’Est e della Chiesa, Francesco
ha tracciato il legame storico tra Roma, Costantinopoli e Mosca e la “tensione” “che oggi è ancora calda”, indicando il dialogo quale
fonte di costruzione. Il Papa è entrato nello scacchiere geopolitico ribadendo che
la questione tra Russia e Ucraina “in questo momento è risolta sulla carta” che “il
Trattato di Minsk è firmato da tutti”, ma anche
che ci si rifiuta “di metterlo in atto”, cadendo in un “”nominalismo della politica”.
Africa
Il Papa ha ribadito che “c’è bisogno di sacerdoti
in Africa.” E che la colonna “vertebrale sono i catechisti” la cui formazione è “fondamentale”.
“L’Africa in questo momento è terra attraente allo spoglio, è un luogo di spoglio”,
perché “le potenze vanno là a cercare legno, oro, metalli, e portano via tutto e se
ne vanno”. “In Africa - ha sostenuto - i problemi
di sviluppo e di promozione sociale sono necessari.
Immigrazione
Guardando alle tante persone che dall’Africa vengono
in Europa, il Papa rileva solo una risposta emergenziale nell’accogliere: “Questo non basta, questo è l’aspetto di emergenza, quello
che è necessario è che l’Europa vada in Africa, non a portar via cose dall’Africa,
ma a investire in Africa, perché in Africa ci sia industria, lavoro e la gente non
debba venire qua!”. Centrale anche "la formazione culturale, l’assistenza sanitaria
in cui la Chiesa è impegnata e deve portare avanti con l’aiuto “dei cristiani di tutto
il mondo”.
Asia
“L’Asia è per me una delle promesse più grandi della
Chiesa - ha detto il Papa - è per questo che negli ultimi due Concistori si è cercato
di creare cardinali asiatici, perché fossero testimoni nella Chiesa di Roma di tutte
quelle Chiese”. Francesco ha sottolineato che “l’India è una ricchezza meravigliosa”
e che nella zona “del Kerala continua a esserci
una grande quantità di vocazioni”. Francesco ha ribadito che l’Occidente sta percorrendo”
i cammini di relativismo, edonismo, consumismo” che lo stanno deteriorando e provocandone la decadenza. “L’Asia invece ha riserve
spirituali”.
Martiri
Il Santo Padre ha poi volto lo sguardo sulla tragedia
degli indiani lasciati in mare, sul fondamentalismo che c’è in alcune parti del Pakistan,
sui tanti martiri in Corea, Giappone, Thailandia: “tanti martiri che hanno versato
il loro sangue” e che indicano una via di testimonianza.
All the contents on this site are copyrighted ©. |