2015-06-12 12:07:00

L'Anci sull'immigrazione: non sia battaglia politica, comuni esposti


"Sicurezza e legalita' devono convivere con l'accoglienza verso le persone disperate". Lo afferma il presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco, sull'immigrazione. I presidenti di regioni leghisti però continuano a protestare. In Veneto Zaia ha chiesto ai prefetti di mandare via i profughi dalle località turistiche. Maroni in Lombardia ha minacciato di tagliare i trasferimenti ai sindaci che accolgono migranti. Alessandro Guarasci ha sentito Matteo Biffoni, delegato per l’immigrazione dell’Anci, l’Associazione dei Comuni:

R. – Fossi un sindaco lombardo, quando poi mi vedo arrivare lo stesso i migranti, e passo anche in questa situazione da “collaborazionista”, secondo le espressioni che ha usato Maroni, io mi arrabbierei. Per favore usciamo dalla logica politica della questione, nel senso di politica-partitica, perché sennò qui rischia di scoppiarci in mano un tema che è complicatissimo. Se ci mettiamo anche la volontà di raggranellare un voto in più un voto in meno su un tema così complicato per il Paese nel suo complesso, da Aosta a Ragusa, rischiamo di fare un gran macello!

D. – Voi sindaci in questo momento vi sentite lasciati soli?

R. – Devo dire che con il governo, in particolare con il sottosegretario Manzione, c’è una relazione piuttosto costante e definita. Anche la prossima settimana è convocato il tavolo di coordinamento al ministero: quindi la relazione è sempre stata molto fluida e costante. Quello che noi chiediamo è che su questo tema l’attenzione si mantenga sempre alta perché qualsiasi decisione venga presa, i sindaci sono i più esposti, perché i migranti arrivano sui territori, e sui territori devono essere gestiti.

D. – Ma lamentate anche una mancanza di fondi, di strutture, per accogliere i migranti?

R. – Chiaramente, ma questo credo sia un problema nazionale, che riguarda tutto il Paese. Quindi per questo ci vuole un grande sforzo europeo, per cui noi chiediamo all’Europa di fare la parte che davvero deve fare in tempi rapidi e il più possibile efficaci, perché questi sono i numeri. È un’emergenza mondiale, quindi non è più una cosa che come Paese, e l’Italia ha fatto veramente tanto in questi anni, possiamo sopportare in maniera univoca.








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