Sono oltre 60 i poveri partiti, questa mattina, dalla Basilica di Sant’Eustachio, al centro di Roma, per andare a Torino in pellegrinaggio alla Sindone. A distanza di una settimana dal viaggio della parrocchia di Santa Lucia, si ripete l’iniziativa interamente sostenuta economicamente da Papa Francesco. A salutare stamani il gruppo c’era l’Elemosiniere, mons. Konrad Krajewski. Benedetta Capelli ha chiesto a mons. Pietro Sigurani, rettore della Basilica di Sant’Eustachio, come è nata l’idea del pellegrinaggio:
R. – E’ nata in un modo molto semplice, mentre mangiavo con loro. Ogni giorno qui nella Basilica di Sant’Eustachio noi diamo 140, 150 pasti ai poveri. Mentre li guardavo, sedendo e mangiando a mensa con loro, mi dicevo: “Ma il vero volto di Cristo sofferente sono queste persone”. Allora ho fissato i loro occhi, i loro sguardi, le loro rughe, anche la loro tristezza e mi sono detto: “Voglio portarli a specchiarsi nel volto di Gesù, il Crocifisso Risorto, perché Lui dia loro la gioia di vivere la vita, non spenga la speranza nei loro cuori. C’è un domani e ci potrebbe essere una resurrezione anche per ciascuno di loro”. Ecco, mi è nata così.
D. – Quindi, poi, come si è realizzata e, soprattutto, come è intervenuto Papa Francesco?
R. – Sì, quando mons. Konrad Krajewski, l’Elemosiniere del Papa, ha saputo di questa iniziativa, sono andato, ci siamo incontrati, e lui ha detto inaspettatamente: “Il Papa paga il viaggio”. Quindi, mi ha consegnato tremila euro per pagare il pullman. Poiché siamo in tanti, infatti, è un pullman a due piani. In precedenza, io avevo telefonato a mons. Cesare Nosiglia, l’arcivescovo di Torino, ed è stato contentissimo. Ha detto: “Questa è una bella iniziativa! Siete miei ospiti”. Siamo ospiti del suo cuore. Io so che "don Cesare" - lo chiamo così - ha sempre amato molto i poveri. Quindi andiamo lì. Ci ha dato l’appuntamento per visitare la Sindone e pregheremo davanti alla Sindone. Ci sono persone di diverse religioni e c’è anche qualche musulmano. Pregheremo per tutti quelli che hanno tante sofferenze, non solo quelli che non hanno casa, non hanno da mangiare, ma anche quelli che hanno sofferenze nascoste.
D. – E cosa crede lascerà anche lo sguardo della Sindone a questi pellegrini speciali?
R. – Io penso una cosa: se hanno scelto di venire è perché sanno che lo sguardo di Gesù morto può produrre qualcosa nel loro cuore. I poveri non vengono per divertimento, no. Se i poveri scelgono di venire è perché c’è un motivo, un significato. Sono convinto. Qualcuno già me lo ha detto: “Voglio fissare il Volto di Gesù, perché sono sicuro che Gesù mi aiuta”. I poveri si esprimono in modo povero, ma i loro sentimenti sono molto intensi.
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