2015-06-10 14:29:00

Reato tortura. Amnesty e Antigone: approvare subito legge


Legge sulla tortura, tra passi avanti e passi indietro. Questa mattina al Senato una conferenza stampa per ribadire l’urgenza dell’approvazione del reato e lanciare un appello affinché anche in questa legislatura il tutto non si concluda con un nulla di fatto. Il servizio di Alessandro Filippelli:

Un iter tormentato, quello del disegno di legge che prevede l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano. Un provvedimento richiesto tanto dalla Corte europea per i diritti dell’uomo, con la sentenza dello scorso aprile sui fatti della scuola Diaz al G8 2001 di Genova, quanto dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Eppure, sono 27 gli anni trascorsi da quando l’Italia ha ratificato la Convenzione Onu. Anni di discussioni, confronti e norme naufragate. Antonio Marchesi presidente Amnesty International Italia:

“Per molti anni non si è compresa l’urgenza di introdurre un reato specifico di tortura, che è uno strumento di punizione di chi pratica la tortura, ma anche uno strumento di prevenzione di ulteriori atti di tortura. Ora, la questione è bloccata sulla definizione del reato. Noi riteniamo che, però, il parlamento si debba assumere la responsabilità di trovare un accordo su una definizione che potrà essere anche un compromesso tra posizioni diverse – fa parte della democrazia. Per Amnesty, quello che conta è l’impatto positivo, il cambiamento positivo nella vita delle persone. Se un numero significativo di fatti di tortura, che oggi difficilmente vengono puniti, potranno essere puniti con questa definizione, va bene, è un passo avanti, e quel passo deve essere compiuto”.

Il 10 giugno scadono i termini per la presentazione degli emendamenti sul disegno di legge del reato di tortura e si capirà dunque se, come e quanto il testo – che prevede la reclusione da 4 a 10 anni – approvato il 9 aprile scorso alla Camera, potrà essere modificato.

Luigi Manconi, presidente Commissione per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato:

“E’ comunque necessario dotarsi di una norma. Meglio una legge mediocre che nessuna legge, tanto più se teniamo conto dei tre decenni trascorsi da quella Convenzione internazionale che cinque anni dopo – ovvero 25 anni fa – la Repubblica italiana avrebbe sottoscritto. Non è tollerabile che l’Italia ignori le Convenzioni internazionali che sottoscrive. Non è sopportabile che sul piano dei diritti, della tutela e delle garanzie, il nostro Paese sia davvero così arretrato e che ci sia questa indifferenza, che vorrei definire ottusa”, quasi che noi parlassimo di qualcosa di superfluo e non di questioni fondamentali per la qualità della nostra democrazia”.








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