2015-06-09 08:03:00

G7: accordo sul clima. E poi economia, Ucraina, Grecia, Libia


Clima, lotta al terrorismo, conflitto in Ucraina, immigrazione, Grecia e economia globale: di tutto questo si è parlato durante il vertice del G7 che si è tenuto in Baviera in assenza, ancora una volta, del presidente russo Putin. Ieri le conclusioni contenute nella dichiarazione finale. Il servizio di Adriana Masotti:

E’ sulla questione del clima che il G7 che si è concluso ieri in Baviera ha raggiunto i maggiori risultati con i leader dei Paesi più industrializzati che si riconoscono nell'obiettivo di contenere il surriscaldamento terrestre di due gradi, in vista del vertice di Parigi di dicembre. Prevista la riduzione dei gas serra entro il 2050 attraverso un uso sempre più limitato dei combustibili fossili, carbone e petrolio.

Pur riconoscendo i progressi compiuti riguardo alla crisi economica, nel documento finale si esprime la preoccupazione per la disoccupazione ancora troppo alta, e si riconoscono le sfide rappresentate da “bassi tassi di inflazione, domanda ed investimenti deboli, alto debito pubblico e privato, tensioni geopolitiche come volatilità sui mercati finanziari". Si vuole inoltre dare un'accelerazione sull'intesa per l'area di libero scambio fra Europa e Usa che potrebbe essere definita entro la fine dell'anno.
Dichiarazioni dure, poi, nei confronti del grande assente: il presidente russo Putin accusato dagli Stati Uniti di voler "tornare ai fasti dell'impero sovietico". I ventotto condannano l'annessione della Crimea" e "sono pronti, se sarà necessario, a inasprire le sanzioni contro Mosca". Inoltre, i Ventotto ribadiscono "il pieno sostegno agli sforzi per trovare una soluzione diplomatica al conflitto rinnovando "l'appello a tutte le parti perché rispettino pienamente il cessate il fuoco e ritirino le armi pesanti".

Messaggi chiari anche al premier greco Tsipras, "Vogliamo che Atene resti nell'Eurozona, dice in particolare la cancelliera tedesca Merkel, ma perché ci sia solidarietà devono esserci delle proposte" e  in tempi brevi. Insomma la Grecia deve procedere con le riforme.

I leader del G7 si sono detti poi "profondamente preoccupati per la crescente minaccia terroristica, la proliferazione della armi e la crisi umanitaria in atto in Libia per la quale auspicano  un accordo politico tra le parti." Infine sugli ingenti flussi di migranti riaffermano l’ impegno a prevenire e combattere il traffico degli esseri umani a scoraggiarlo e fermarlo dentro e fuori i propri confini.

 

Contrastare con fermezza l’aggressione all’Ucraina e rivedere la durata e l’entità delle sanzioni nei confronti di Mosca che dovranno “essere chiaramente collegate alla piena applicazione degli accordi di Minsk”. Questa, dunque, la linea emersa al G7 su cui i Ventotto torneranno a discutere a fine mese. Giada Aquilino ha intervistato Paolo Mastrolilli, inviato del quotidiano ‘La Stampa’ in Germania:

R. – Gli Stati Uniti avevano chiarito che questa era la loro posizione anche prima che iniziasse il G7: nella sostanza, Washington dice che la possibilità di allentare le sanzioni nei confronti della Russia è legata al rispetto degli accordi di Minsk e quindi naturalmente al rispetto della sovranità dell’Ucraina. Quello che sta accadendo in questi giorni dimostra invece che Mosca non sta applicando quegli accordi: secondo Washington, ha ancora una presenza militare forte all’interno dell’Ucraina, non sta facilitando la soluzione politica e quindi, in sostanza, gli Usa ritengono che le sanzioni debbano restare fino a quando Putin non cambierà linea e non comincerà ad applicare gli accordi di Minsk. Se questo non avverrà, bisognerà anche considerare eventualmente la possibilità di inasprire le sanzioni. In generale, gli Stati Uniti stanno rivedendo la loro "policy" nei confronti della Russia e questo potrebbe comportare anche un cambiamento di strategia dal punto di vista militare. È una cosa di cui si discuterà nei prossimi mesi, probabilmente già da luglio quando questa nuova ‘policy’ dovrebbe essere rivista dalla Casa Bianca ed eventualmente approvata.

D. – Ci sono delle notizie su questa possibile nuova strategia degli Stati Uniti nei confronti di Mosca?

R. – Sì, questo era già stato anticipato ai diplomatici dei Paesi alleati nelle settimane scorse, per avvertirli riguardo al tipo di ragionamento che stanno facendo gli Stati Uniti. In sostanza, la sensazione a Washington è che Mosca abbia deciso di cambiare linea: da quella di collaborazione che aveva scelto dopo il crollo del Muro di Berlino, sta passando ad una linea di contrapposizione. Questo non significa che stiamo tornando alla rivalità dei tempi della Guerra Fredda, ma che comunque Mosca ha intenzione di perseguire i propri interessi in una maniera diversa da quella degli ultimi anni. Questo naturalmente comporta da parte degli Stati Uniti, ma in generale da parte di tutti gli alleati occidentali, una revisione del loro rapporto, del loro approccio, nei confronti della Russia, per evitare che questo vada a ledere gli interessi del blocco occidentale.








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