2015-06-09 13:09:00

Expo dei Popoli: l'agroecologia, sfida per il pianeta


Direttamente da Milano, dove ha partecipato all'Expo dei Popoli, ospitiamo Andrea Ferrante, agricoltore bio del viterbese. Una occasione per tornare a parlare di sovranità alimentare, del valore dei produttori di cibo su piccola scala, di landgrabbing, fenomeno presente non solo in Africa e in America Latina ma in misura pericolosa anche in vastissime aree dell'est Europa, in particolare in Romania e Bulgaria. 

"L’agricoltura europea deve sopravvivere. Siamo 14 milioni di contadini, con una superficie media coltivata di 12 ettari", dichiara Ferrante, che fa parte di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica). "E’ questo il cuore dell’agricoltura europea e non va distrutto pensando di volerlo portare verso un modello agroindustriale con fortissime concentrazioni. Anche perché è quello il modello oggi incriminato perché emette più CO2 di tutti". Da qui il concetto di 'agroecologia', che fonde sostenibilità del cibo e sostenibilità ambientale, tema che peraltro sarà necessariamente affrontato nell'ambito del prossimo vertice mondiale sul clima a Parigi. 

Alla fine dello scorso ottobre Papa Francesco ricevette in Vaticano i movimenti popolari di contadini (“campesinos”), lavoratori precari e migranti, “cartoneros” e ambulanti e tornò a denunciare la 'globalizzazione dell’indifferenza' e la 'cultura dello scarto', espressioni a lui care, e che ritroveremo nell’Enciclica sull’ecologia che uscirà a giorni. Allora menzionò le tre T: “Tierra, techo y trabajo” (terra, abitazione e lavoro), con implicita citazione di Helder Camara, considerandoli elementi imprescindibili per la dignità di questa gente. 

Ferrante - membro del coordinamento europeo della Via Campesina - ricorda quell'incontro così bello e importante precisando che "la Via Campesina conta ben 200 milioni di soci, è il più grande movimento globale esistente tra tutti i settori ed è presente in nove regioni del mondo. Nato nel ’93, una decina di anni dopo ha preso sempre più centralità così che finalmente i contadini hanno potuto esprimere la propria voce direttamente e ribadire il diritto dei popoli ad un'alimentazione sana e culturalmente appropriata". 

Di pari passo anche il biologico è andato crescendo con 50mila imprese attualmente presenti che sfruttano il 10% della superficie agricola utilizzabile. "Una realtà forte e importante. E’ un modo intelligente di fare agricoltura perché rimette al centro il sapere del contadino. Rivede un modello che per troppo tempo ci ha visto come semplici esecutori di un processo teconologico deciso da altri. Il contadino – sottolinea Ferrante – è il primo ricercatore in agricoltura, ricordiamocelo. Bisogna puntare sul contadino e sulla relazione che ha personalmente sulla terra, e che solo lui può avere. L’agricoltore non è solo imprenditore. E’ mille altre cose non monetizzabili. Non c’è altro mestiere più poliedrico".

 








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