2015-06-09 14:27:00

Cinque patriarchi d'Antiochia: no alla disgregazione della Siria


L'unica via da seguire per provare a uscire della crisi siriana è quella di una “soluzione politica”, accompagnata dall'impegno delle potenze globali e regionali a contrastare i jihadisti dello Stato Islamico, o perlomeno a sospendere ogni tipo di appoggio a loro vantaggio. Sono questi - riferisce l'agenzia Fides - alcuni dei punti chiave contenuti nel comunicato diffuso dai cinque patriarchi che portano il titolo di Antiochia al termine del summit che li ha visti riuniti ieri, 8 giugno a Damasco, nella sede del patriarcato greco ortodosso.

Calorosa accoglienza a Damasco per i cinque patriarchi
La presenza nella capitale siriana dei cinque patriarchi – il maronita Boutros Bechara Rai, il greco-ortodosso Yohanna X, il greco-cattolico Grégoire III, il siro-ortodosso Aphrem II e il siro-cattolico Ignace Youssef III – è stata accolta calorosamente dai cristiani di Damasco, che hanno affollato la parte della Città Vecchia tra Bab Tuma e Bab Sharqi, dove si trova il patriarcato greco-ortodosso e sono concentrate molte altre chiese.

Invito a difendere l'unità della Siria
Nel comunicato finale, pervenuto all'agenzia Fides, si ribadisce l'urgenza di contrastare ogni ideologia integralista con un'adeguata educazione religiosa, secondo la prospettiva – ripetono i patriarchi – sostenuta anche dalla stragrande maggioranza dei musulmani. Nel documento si invitano i siriani a difendere l'unità della Siria e il loro diritto a “determinare liberamente il proprio avvenire, fuori da ogni ingerenza straniera”. Si ricordano anche i nomi dei vescovi di Aleppo Boulos Yazigi (greco ortodosso) e Mar Gregorios Yohanna Ibrahim (siro ortodosso), elencati insieme a quello di padre Jacques Murad nella lista delle persone rapite di cui si è persa ogni traccia. 

Il pensiero all'esodo dei cristiani dai Paesi martoriati dai conflitti
I cinque patriarchi orientali, tra le altre cose, condannano “i disegni razzisti e confessionali, estranei alla nostra cultura” che alimentano le campagne di pulizia etnico-religiosa messe in atto in varie aree del Medio Oriente. Parole eloquenti vengono anche dedicate all'esodo dei cristiani dai Paesi martoriati da conflitti e derive settarie: “Noi non condanniamo quelli che scelgono di andare via” scrivono i patriarchi “ma ricordiamo ai cristiani che l'essere saldi nella fede passa spesso anche attraverso molte tribolazioni”. (G.V.)








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