2015-06-08 16:02:00

Mons. Perego: migranti sono risorsa, negarlo è una vergogna


L’accoglienza dei profughi in Italia sta suscitando una nuova ondata di polemiche politiche dopo l’affermazione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ieri ha minacciato di tagliare i fondi ai Comuni che dovessero aprire le porte ai migranti. Dall’Ue arriva un appoggio all’Italia attraverso il commissario all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che ha affermato: “Sul sistema dell'accoglienza l'Italia non è sola”. Fabio Colagrande ha parlato della situazione con il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Gianfranco Perego, che nei giorni scorsi ha presentato il Rapporto sull’immigrazione assieme alla Caritas:

R. – Purtroppo, molto spesso l’attenzione in chiave di sicurezza che si dà al tema dell’immigrazione fa dimenticare la grande risorsa che è, è stata, e continua ad essere. Cinque milioni di persone – di cui metà sono lavoratori, un milione sono bambini, 800 mila sono studenti delle nostre scuole – sono una risorsa economica significativa. In un’Italia in cui ne muoiono dieci e ne nascono nove, in un’Italia in cui avremmo bisogno di 100 mila badanti ogni anno – perché sono soltanto 50 mila i posti nelle strutture sociosanitarie per anziani non auto-sufficienti, rispetto ai 150 mila che ogni anno entrano nelle nostre famiglie – parlare di risorse significa parlare con verità di questa realtà che è importante.

D. – Eppure, il vostro Rapporto lo ricorda: nonostante questo importante contributo al Prodotto interno lordo (Pil), gli occupati stranieri guadagnano meno, sono impiegati in professioni non qualificate, hanno un basso prestigio sociale. Cosa significa questo?

R. – Significa che purtroppo non si presta attenzione alla esigibilità di alcuni diritti: il diritto al riposo settimanale, che manca per tante badanti, il diritto a una giusta retribuzione – si arriva al 50% in meno per quanto riguarda le donne straniere in Italia – il tema della sicurezza sul lavoro che tante volte vede gli immigrati – il 200% in più – essere soggetti di incidenti sul lavoro. Credo che tutti questi siano aspetti importanti. L’immigrazione deve essere letta anche come una scuola, un luogo fondamentale su cui si tutelano i diritti fondamentali dei lavoratori e delle loro famiglie.

D. – 52.671 approdati quest’anno, con oltre 80 mila da assistere, e c’è questo scontro politico proprio sull’accoglienza…

R. – Credo che anche di fronte al fenomeno delle migrazioni forzate – che ha visto arrivare in Italia, attraverso il Mediterraneo, 300 mila persone dal 2011 ad oggi, ma permanere in Italia, in questo momento, 80 mila persone – ci debba essere un’attenzione a dire la verità. Per quanto riguarda le regioni del Centro e del Sud, arriva ad esserci una persona ogni 400-500 abitanti, e invece, per quanto riguarda le regioni del Nord, una persona ogni 2.000 abitanti. La verità dovrebbe essere quella di allargare la rete dei Comuni – oggi sono solo meno di 500 che stanno accogliendo i migranti – e riuscire veramente a costruire una rete che entri in maniera strutturale nei Servizi sociali di tutte le persone di ogni comune italiano.

D. – Quindi, con questo rifiuto, secondo lei, le regioni del Nord fanno perdere credibilità all’Italia?

R. – Stanno indebolendo profondamente un diritto fondamentale, su cui è fondata la nostra Costituzione, e fanno vergognare l’Italia con 80 mila persone da accogliere nei confronti di un Libano che ne sta accogliendo tre milioni: cioè la stessa popolazione del Paese, già sotto la guerra, in difficoltà e in una grave situazione di povertà. È veramente impressionante come ci siano due pesi e due misure su cui lavorare e su cui creare solidarietà nel nostro Paese e nel contesto mondiale.








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