2015-06-08 18:43:00

Lega: linea dura sull'immigrazione. Mons Perego: migranti sono risorsa


E’ polemica accesa in Italia sull’immigrazione, sia sul fronte interno che con l’Ue, all’indomani delle affermazioni del governatore della Lombardia Maroni che, spalleggiato dalla Lega di Salvini e Zaia, ha minacciato il taglio dei trasferimenti ai Comuni che accetteranno nuovi immigrati. E’ sfida aperta col Viminale e con le amministrazioni locali, specie al sud. Intanto dal G7 interviene il premier. Renzi dice basta alle polemiche, ma richiama anche l’Europa a fare di più. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Il problema immigrazione esiste: ma fare polemica ora come vorrebbero alcuni governatori, che peraltro le regole sull’immigrazione l’hanno create durante gli esecutivi del passato, sarebbe troppo facile. Dobbiamo invece farci sentire sui tavoli europei. E’ deciso Renzi a margine del G7, nel chiedere all’ Europa risposte sulla Libia e su un piano immigrazione ritenuto "insufficiente" entro il Consiglio Ue di fine mese, ma anche nel ribattere indirettamente a Maroni e Zaia che in Lombardia e Veneto vogliono tagliare i fondi ai Comuni che accolgono oppure, come oggi ha detto il segretario leghista Salvini, chiudere prefetture e strutture di accoglienza. Per Zaia i Comuni sarebbero tutti d’accordo, ma così non è a partire dalle parole del primo cittadino di Bergamo e dagli assessori piemontesi. Il fronte compatto che chiede Renzi dunque non c’è, la Sicilia, che ospita il 20% del totale degli immigranti, si lamenta di essere lasciata sola e, per il ministro dell’interno Alfano, ci sarebbe addirittura un insopportabile odio verso il sud. A nulla servono anche le rassicurazioni del commissario Ue all'Immigrazione, Avramopoulos, che oggi a Roma ha garantito all’Italia di non essere sola in questa situazione. Intanto gli arrivi continuano. Oltre 1100 a Catania nel pomeriggio, per un totale da gennaio di 55mila, 10-12% in più rispetto all’anno scorso.

 

Fabio Colagrande ha parlato della situazione con il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Gianfranco Perego, che nei giorni scorsi ha presentato il Rapporto sull’immigrazione insieme alla Caritas:

R. – Purtroppo, molto spesso l’attenzione in chiave di sicurezza che si dà al tema dell’immigrazione fa dimenticare la grande risorsa che è, è stata, e continua ad essere. Cinque milioni di persone – di cui metà sono lavoratori, un milione sono bambini, 800 mila sono studenti delle nostre scuole – sono una risorsa economica significativa. In un’Italia in cui ne muoiono dieci e ne nascono nove, in un’Italia in cui avremmo bisogno di 100 mila badanti ogni anno – perché sono soltanto 50 mila i posti nelle strutture sociosanitarie per anziani non auto-sufficienti, rispetto ai 150 mila che ogni anno entrano nelle nostre famiglie – parlare di risorse significa parlare con verità di questa realtà che è importante.

D. – Eppure, il vostro Rapporto lo ricorda: nonostante questo importante contributo al Prodotto interno lordo (Pil), gli occupati stranieri guadagnano meno, sono impiegati in professioni non qualificate, hanno un basso prestigio sociale. Cosa significa questo?

R. – Significa che purtroppo non si presta attenzione alla esigibilità di alcuni diritti: il diritto al riposo settimanale, che manca per tante badanti, il diritto a una giusta retribuzione – si arriva al 50% in meno per quanto riguarda le donne straniere in Italia – il tema della sicurezza sul lavoro che tante volte vede gli immigrati – il 200% in più – essere soggetti di incidenti sul lavoro. Credo che tutti questi siano aspetti importanti. L’immigrazione deve essere letta anche come una scuola, un luogo fondamentale su cui si tutelano i diritti fondamentali dei lavoratori e delle loro famiglie.

D. – 52.671 approdati quest’anno, con oltre 80 mila da assistere, e c’è questo scontro politico proprio sull’accoglienza…

R. – Credo che anche di fronte al fenomeno delle migrazioni forzate – che ha visto arrivare in Italia, attraverso il Mediterraneo, 300 mila persone dal 2011 ad oggi, ma permanere in Italia, in questo momento, 80 mila persone – ci debba essere un’attenzione a dire la verità. Per quanto riguarda le regioni del Centro e del Sud, arriva ad esserci una persona ogni 400-500 abitanti, e invece, per quanto riguarda le regioni del Nord, una persona ogni 2.000 abitanti. La verità dovrebbe essere quella di allargare la rete dei Comuni – oggi sono solo meno di 500 che stanno accogliendo i migranti – e riuscire veramente a costruire una rete che entri in maniera strutturale nei Servizi sociali di tutte le persone di ogni comune italiano.

D. – Quindi, con questo rifiuto, secondo lei, le regioni del Nord fanno perdere credibilità all’Italia?

R. – Stanno indebolendo profondamente un diritto fondamentale, su cui è fondata la nostra Costituzione, e fanno vergognare l’Italia con 80 mila persone da accogliere nei confronti di un Libano che ne sta accogliendo tre milioni: cioè la stessa popolazione del Paese, già sotto la guerra, in difficoltà e in una grave situazione di povertà. È veramente impressionante come ci siano due pesi e due misure su cui lavorare e su cui creare solidarietà nel nostro Paese e nel contesto mondiale.








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