Un minuto di sosta, silenzio e, per chi crede, di preghiera. Un minuto, solo un minuto, da “strappare” alle giornate piene di impegni e distrazioni per dedicarlo alla pace. È quanto chiedono alcune organizzazioni cattoliche e di altre religioni fissando l’appuntamento per oggi, 8 giugno, alle ore 13. L’appello, dal titolo: «Un minuto per la pace» giunge a un anno dall’incontro in Vaticano fra Papa Francesco, il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e i Presidenti di Israele, Shimon Peres, e dello Stato di Palestina, Mahmūd Abbās. Tanto è trascorso da quell’«Invocazione per la pace» diffusa dai giardini vaticani - era l’8 giugno - e che attirò l’attenzione di tutto il mondo. E oggi, anche più di allora, la pace è ferita in tante regioni del pianeta.
Un minuto di preghiera per la pace
Oggi alle ore 13, si potrà dunque dedicare tutti insieme un pensiero alla riconciliazione
«perché — spiega Emilio Inzaurraga, coordinatore mondiale del Forum internazionale
di Azione cattolica (Fiac) e presidente di Azione cattolica argentina — di pace abbiamo
sempre bisogno, così come di fratellanza, di solidarietà e di preghiera. Concretamente,
proponiamo a ogni Azione cattolica di invitare tutti gli aderenti, gli amici delle
altre associazioni e movimenti, delle diverse confessioni cristiane, i fedeli delle
altre religioni, tutte le persone di buona volontà a fermarsi oggi, lì dove sono,
a chinare il capo e pregare: sul lavoro, a scuola, all’università, nel quartiere,
in famiglia, con gli amici». L’appello, grazie ai social media, ha già fatto in breve
tempo il giro del mondo: dalle Filippine al Burundi, dal Senegal a diversi Paesi europei.
Il messaggio ha raggiunto anche il Myanmar, la Cina, l’India e il Pakistan. E poi
Venezuela, Colombia e Messico.
Iniziativa interreligiosa
Il Fiac ha invitato i fedeli a formulare intenzioni di preghiera per la pace già durante
le celebrazioni domenicali di ieri. La preghiera, «quando comincia la settimana in
molti Paesi del mondo — ha aggiunto Inzaurraga — ci ricorda che siamo chiamati ogni
giorno a essere operatori di pace, a livello personale, in famiglia, nella comunità
cristiana». L’appello a partecipare all’iniziativa è stato diffuso anche dall’Unione
mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche (Umofc) e da molte organizzazioni
argentine, dal Diálogo Ciudadano, dalle comunità di vita cristiana, dall’Associazione
dei giovani cristiani al Centro islamico della Repubblica Argentina (Cira), all’Asociación
Mutual Israelita Argentina (Amia), alla Red Solidaria. Grande il contributo offerto
dalle parrocchie.
Messaggio tradotto in più lingue
Nell’organizzazione, è stato fondamentale l’apporto dei social network. Già lo scorso
anno, due giorni prima dello storico incontro in Vaticano, il Fiac aveva aperto una
pagina facebook, che in poche ore aveva raccolto diecimila “mi piace”. Alle più consuete
traduzioni del messaggio in italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, quest’anno,
tra l’altro, si accostano tanti altri idiomi; come ucraino, russo, albanese e polacco
in Europa, kirundi e wolof in Africa, arabo, ebraico, urdu, tagalos e birmano in Asia.
In Italia il messaggio è veicolato dalle 200 Azioni cattoliche diocesane. (I.P.)
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