La difesa della famiglia, “laboratorio e palestra di umanità”; la situazione in Ucraina, ed il confronto delle Chiese dell’Europa centro-orientale con la società civile: è stata questa l’agenda dei lavori che ha visto impegnati i vescovi cattolici orientali nel loro incontro annuale, conclusosi ieri a Praga, nella Repubblica Ceca. Oltre 40 i presuli presenti per un evento che si è posto anche nel percorso preparatorio al prossimo Sinodo generale ordinario sulla famiglia, in programma in Vaticano dal 4 al 25 ottobre.
Sì alla famiglia, cellula fondamentale della società
In primo luogo, si legge nel comunicato finale dei lavori, “le Chiese cattoliche orientali
dell’Europa dicono il loro sì alla famiglia, cellula fondamentale della società umana”,
luogo, per ciascuno, di “crescita culturale e intellettuale, emotiva e sociale”, in
cui “si compie il disegno di Dio su ogni uomo”. La famiglia, prosegue la nota, è “Chiesa
domestica”, “laboratorio e palestra di umanità”, è “il luogo in cui avviene la trasmissione
della fede e dove si imparano anche i principi fondamentali del vivere insieme”. Ed
il sì al nucleo familiare viene ribadito perché “nei momenti bui della storia di numerosi
Paesi dell’Europa centro-orientale, sono state le famiglie a mantenere viva la libertà
della persona, le varie identità nazionali, il loro ricco patrimonio culturale e spirituale.
E sono state le famiglie cristiane a mantenere viva la fede in Dio e la speranza in
un futuro migliore”.
Appello ai governi: leggi giuste per la famiglia
In vista del prossimo Sinodo, dunque, i partecipanti all’incontro confermano “la priorità
della famiglia nella pastorale ordinaria delle rispettive Chiese”, impegnandosi “a
promuovere una sempre più accurata preparazione al sacramento del matrimonio, ad accompagnare
e guidare spiritualmente le famiglie; a sostenere e promuovere le comunità familiari
e le parrocchie”, per “testimoniare la bellezza di essere una comunione di persone
ad immagine di Dio”. Particolare vicinanza, poi, viene espressa nei confronti di tutte
le famiglie, in particolare di quelle che “attraversano momenti di crisi o di difficoltà,
le famiglie povere e disagiate che si sentono escluse dalla società”: “La Chiesa è
e sempre sarà loro accanto – scrivono i vescovi - pronta a tendere una mano amica,
portando il sollievo e la misericordia di Dio”. Di qui, l’appello ai governi affinché,
“in tempi di grande vulnerabilità e di grande crisi morale, economica e sociale”,
diventino “sempre più consapevoli dell’importante ruolo di coesione sociale ed educativo
della famiglia, quando legiferano su di essa, sul lavoro e sulle migrazioni”.
Solidarietà per l’Ucraina, “il più grande disastro umanitario”
Riguardo, invece, alla situazione dell’Ucraina, definita “il più grande disastro umanitario
dalla caduta del regime totalitario”, i partecipanti all’incontro “hanno mostrato
la loro solidarietà” alla popolazione locale, “soprattutto ai greco cattolici”, esortandoli
a “proseguire il cammino di dialogo ed unità tra le Chiese cristiane del Paese”, contrastando
così “un particolare atteggiamento di disinformazione”, riscontrabile soprattutto
“a livello internazionale”. Anche perché “la ricostruzione della coesione sociale
passa innanzitutto attraverso un cammino di conversione, unica arma di fronte a quanti
pensano alla corruzione quale unico principio regolatore della società”. In quest’ottica,
i presuli ricordano la generosità delle varie Caritas nazionali ed esortano ad una
rinnovata solidarietà, perché “fame e indigenza non vanno in ferie!”.
Chiesa cattolica sotto attacco, atteggiamento discriminatorio di alcuni
Paesi
I vescovi cattolici orientali lamentano, inoltre, “particolare preoccupazione” per
“un atteggiamento troppo ‘discrezionale’, ed al limite della discriminazione, di numerose
amministrazioni locali che sembrano voler attaccare la Chiesa cattolica sotto il profilo
amministrativo, economico e finanziario”. Di qui, due sottolineature: da una parte,
quella relativa a “la necessità che le Chiese nazionali e locali lavorino per una
sempre maggiore trasparenza nella gestione delle loro finanze e si allineino ai modelli
di gestione in vigore nei rispettivi Paesi”; dall’altra, “di fronte ai vari tentativi
di screditare la Chiesa in questo campo e dopo aver appurato l’infondatezza delle
accuse” in esame, i partecipanti all’incontro invitano la magistratura “ad operare
con imparzialità e sulla base di un diritto che deve essere uguale per tutti”. Infine
i vescovi cattolici orientali hanno affidato alla protezione di Maria, Madre di Dio,
“le sfide, le attese e le speranze di tutte le famiglie e i lavori del prossimo Sinodo”.
Prossimo incontro a Fatima, ad ottobre 2016
I lavori si sono conclusi ieri con la celebrazione della Divina Liturgia nella cattedrale
greco cattolica di San Clemente. All’incontro, patrocinato dal Consiglio delle Conferenze
Episcopali d’Europa (Ccee), hanno partecipato, tra gli altri, mons. Cyril Vasil’,
Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali che ha portato il saluto del
Prefetto del dicastero, il card. Leonardo Sandri; padre Lorenzo Lorusso, sotto-Segretario
della medesima Congregazione, e mons. Duarte da Cunha, Segretario generale del Ccee,
che ha portato i saluti del presidente dell’organismo, il card. Péter Erdő. Il prossimo
incontro si svolgerà a Fatima, in Portogallo, ad ottobre 2016. (I.P.)
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