2015-06-06 16:24:00

Pubblica amministrazione e cittadini insieme per la legalità


La corruzione in Italia incide pesantemente sulla qualità di vita dei cittadini, sui servizi, sul libero mercato e sulla democrazia stessa: sono necessari interventi decisivi per la salvaguardia della legalità e dell’efficienza. Da questa doppia consapevolezza è nato il Convegno che si è tenuto oggi al Campidoglio per iniziativa di diverse realtà associative tra cui Movimento dei Focolari, Libera, Legautonomie e Roma Capitale-Città Metropolitana. Funzionari pubblici, politici, amministrativi e reti di cittadini hanno condiviso la necessità di permeare il tessuto sociale di una cultura della legalità e dell’etica che contrasti il sistema di corruzione esistente. Adriana Masotti ha sentito Iole Mucciconi, dirigente pubblico, vice presidente nazionale del Movimento politico per l’Unità:

R. – Sì, il nostro intendimento è di parlare in positivo di pubblica amministrazione, legalità e partecipazione dei cittadini, certamente con una chiara consapevolezza dello scenario in cui ci si muove, perché in un passaggio storico di grave crisi economica e politica, purtroppo anche questi tre termini - pubblica amministrazione, legalità e partecipazione dei cittadini - diventano essi stessi un elemento dentro la crisi. Vogliamo, come dicevo, essere nel positivo, trovando gli elementi per ricostruire un tessuto deteriorato.

D. – Tanti interventi al Convegno ma anche testimonianze di buone pratiche da diverse regioni italiane. Ci fa qualche esempio?

R. – Le buone pratiche vanno da quella che in fondo dovrebbe essere semplice pratica professionale di un dirigente della forestale che vede che un certo progetto avrebbe ripercussioni molto negative sull’ambiente e riesce a dire dei no che purtroppo, spesso, la dirigenza pubblica non riesce a dire; all’assessore, che in un posto ad alta incidenza di mafia, riesce a contrastare le infiltrazioni di cui a un certo punto si rende conto e, con la denuncia che ha fatto, l’amministrazione finisce commissariata e lui riceve a casa un pacco bomba. Ma anche al semplice quotidiano di tanti docenti, infermieri, impiegati in tante pubbliche amministrazioni che ogni giorno riescono a portare avanti il loro lavoro, pur in un contesto in cui il merito e la giustizia certamente non sono i protagonisti.

D.  – Tutto questo sarebbe forse più facile se ci fosse una cultura condivisa fondata sulla legalità perché, in genere, si accusano politici e dirigenti ma siamo un po’ tutti coinvolti a diversi livelli in questo clima dove ognuno vuole fare gli interessi propri…

R.  – Sì, questo ce lo siamo chiaramente detto perché è la cultura diffusa, sono le coscienze individuali che si dimostrano poco radicate nella consapevolezza della comune appartenenza alla comunità nazionale, regionale, ecc… Insomma, parte proprio da qui, certamente, da un accrescersi della cultura e delle virtù civiche. Però siamo anche in un momento in cui questi tre soggetti di cui stiamo parlando - i politici, la pubblica amministrazione e i cittadini - tutti e tre devono tornare a fondare un nuovo patto.

D. – Questo Convegno è stato promosso da diversi movimenti e associazioni: ci sarà qualcosa in questo senso, un documento condiviso tra questi movimenti e associazioni?

R. – Allo stato attuale non è che abbiamo in programma documenti o atti formali, c’è una solida base di valori comuni che nasce proprio dall’amore per il nostro Paese,  le nostre istituzioni, che ci impedisce non solo di star fermi ma anche di andare avanti da soli. E se l’unione fa la forza, qui l’unione è proprio indispensabile. A me ha colpito l’intervento oggi di un sostituto procuratore, che ha detto: “Ma, io non avevo mai avuto contatti con associazioni e capisco adesso quello che una collega - anche lei pubblico ministero, che sta in prima linea in uno di questi processi che riguardano la mala amministrazione – mi ha detto: “Il mio conforto sono gli avvocati delle associazioni”.  Il sostituto procuratore ha continuato: “Adesso capisco che lei vede in loro che il nostro lavoro ha dei destinatari. Perché altrimenti noi vediamo talmente solo il marcio, il corrotto, che io, personalmente, devo fare il training autogeno tutte le sere prima di andare a dormire e dire: ‘Ma non sarà tutto così, ci saranno anche quelli che operano nella legalità’ ”. E alla nostra domanda che cosa possiamo fare il magistrato ha risposto: “Rimanete quello che siete”.








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