2015-06-06 10:57:00

Alle suore missionarie di Kormakiti il premio Pavoncella 2015


E’ l’unica comunità religiosa cattolica rimasta nell’autoproclamata Repubblica di Cipro del Nord: è a Kormakiti, villaggio cattolico-maronita, che ha resistito all'occupazione delle truppe turche del 1974. E sin da allora, dalla chiusura delle frontiere, quattro suore francescane missionarie del Sacro Cuore sono al fianco degli abitanti, tra senti e difficoltà. In tutti questi anni si sono spese particolarmente nell’educazione e nell’assistenza agli ammalati e offrendo aiuti di ogni genere. Oggi Kormakiti conta solo 200 abitanti, per lo più anziani, il villaggio è isolato ma le religiose non hanno smesso il loro apostolato. Per il loro impegno sociale oggi ricevono il Premio Pavoncella 2015, un riconoscimento dedicato alle donne e al loro impegno sociale. Al microfono di Tiziana Campisi, suor Bernadetta Visentin racconta come sono trascorsi gli ultimi quarant’anni:

R. – Noi, come comunità, abbiamo cercato di stare molto vicino a chi soffriva, assistendo, aiutando. In tutte queste cose, però, abbiamo anche cercato di essere amiche delle personei, in quanto religiose neutrali a tutto, per essere sia con gli uni che con gli altri, facendo del bene. Ci dispiaceva che soffrissero, sia da una parte che dall’altra, perché veramente soffrivano. Per quello che ci è stato possibile abbiamo cercato di aiutare: una suora portava la comunione agli ammalati, assistevamo i moribondi. Qui prima c'erano l’asilo e anche la scuola elementare, poi però i bambini sono diminuiti ogni anno di più, finché hanno dovuto chiuderli. Però le suore sono sempre rimaste  al fianco della gente. Adesso ci occupiamo degli anziani, anche se grazie a Dio c’è anche qualche giovane che può aiutarli. Ora noi cerchiamo di sostenere queste persone che così si sentono sicure, quasi rafforzate dalla nostra presenza. Visitiamo gli ammalati, li soccorriamo quando hanno bisogno. La porta è sempre aperta per ogni loro necessità, per ogni loro difficoltà, andiamo a trovarli nelle case…

D. - Quali sono le difficoltà più grandi che avete dovuto affrontare in questi anni?

R. – Non eravamo libere all’inizio. Dovevamo essere in casa a una certa ora perché c’era il coprifuoco, non si poteva girare per le strade. Erano venuti i turchi, i militari giravano giorno e notte, non eravamo libere di comperare, per esempio. Dovevamo aspettare che venissero le Nazioni Unite a portarci il cibo, e continuano a farlo anche oggi, ogni 15 giorni. Le Nazioni Unite portano i viveri a tutto il Paese, però tante altre cose, come le medicine, non possiamo averle. Se chiediamo, loro ci vengono incontro, però nel momento del bisogno non ci sono. 

D. – Avete avuto momenti di scoraggiamento?

R. – Scoraggiamento, no, ci siamo affidate alla Divina Provvidenza e all’aiuto del Signore, quello non ci è mai mancato. La fede, anzi, aumentava sempre più, perché quando pensavamo di essere un po’ perdute, qualcuno ci veniva incontro. E questo per noi era un continuo grazie al Signore, che non dimentica nessuno, specialmente quando si è in difficoltà, il Signore viene incontro, se ci fidiamo di Lui.

D. – Qual è la realtà di Kormakiti oggi?

R. – E’ cambiata. Adesso anche le case che erano vecchie vengono ricostruite. Le famiglie il sabato e la domenica vengono qui, vedono i loro genitori, chi ancora li ha, li aiutano, hanno le loro proprietà, la frontiera è aperta, quando abbiamo bisogno andiamo, grazie a Dio. D’estate la gente viene qui, adesso incominciano a venire anche i turisti, quindi, in qualche maniera, ci si riprende.

D. – Che cosa si augura per il futuro di Kormakiti?

R. – Noi ci auguriamo che ritorni com’era prima, che si riprenda la vita della scuola, che tornino i giovani che prima eranto tanti,  e tante, tante altre cose. Adesso speriamo che il futuro sia migliore. Molti desiderano ritornare e rimanere, però ancora non c’è questa possibilità.

D. – Voi suore francescane missionarie del Sacro Cuore di Kormakiti siete state insignite del Premio Pavoncella 2015 per il vostro impegno sociale. Come avete accolto questa notizia?

R. – Con molto piacere, con tanta gioia, perché abbiamo sentito che qualcuno ha pensato a noi! Ecco, è la Provvidenza! Il Signore non abbandona nessuno. Per noi è stata una grande gioia e siamo rimaste sorprese di questa notizia.

D. – C’è un messaggio che vorreste dare?

R. – Il messaggio dell’amore, dell’unità, della fratellanza, dell’amore misericordioso, per potere comunicare e sensibilizzare gli animi e i cuori.








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