2015-06-05 15:40:00

"Lo stato della pena": esperienze dal volontariato nelle carceri


“Lo Stato della pena” è il titolo del convegno scelto dalla Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia. Un appuntamento giunto alla sua ottava edizione a Roma, ricordando la sentenza pilota del gennaio 2013 della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha giudicato le condizioni dei detenuti in Italia una violazione degli standard di vivibilità. Il servizio di Alessandro Filippelli:

Un tavolo per discutere delle esperienze e delle proposte provenienti dal volontariato nelle carceri. Un’occasione per fare il punto della situazione su carcere e giustizia in Italia. Se a marzo 2014 si contavano oltre 60 mila detenuti, un anno dopo si è scesi ai 53 mila reclusi attuali. “Il periodo è ottimale, bisogna sfruttarlo il più possibile” afferma Luigi Pagano, attuale Vice Capo Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria:

“Credo che il sistema si sia riequilibrato. Adesso bisogna fare lo sforzo maggiore, che è quello di lavorare sull’organizzazione degli istituti penitenziari, quindi cercare di migliorare qualitativamente la vita dei detenuti, dello stesso personale, creando spazi dove il detenuto possa socializzare con gli altri, con la società esterna perché è fondamentale che la cella ritorni a quello che fu previsto nella legge del ’75, ovvero soltanto a luogo di pernotto. Io credo che questo lavoro e queste riforme in parte siano andate a compimento ma, ripeto, c’è ancora tutta la partita da giocare proprio sulle pene alternative”.

Intanto enti e associazioni sono impegnati quotidianamente in esperienze di volontariato all'interno e all'esterno degli istituti penitenziari per affrontare ogni tematica legata alla realtà della reclusione. Don Virgilio Balducchi, Ispettore Generale dei cappellani delle carceri italiane:

“Il cambiamento che si sta realizzando avviene da due punti di vista: man mano nell’istituzione carcere da una parte decresce la presenza, e speriamo che decresca ancora di più, e dall’altra parte nel carcere oggi si fanno molte più attività, scuola, corsi, che richiamano il volontariato in senso stretto a riprendere in mano il proprio rapporto personalizzato con le persone per accompagnarle dal punto di vista della crescita della propria coscienza e dal punto di vista dell’inserimento sociale, che è l’obiettivo principale da cui era partito il volontariato”.








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