2015-06-05 11:00:00

Corpus Domini, Francesco: preserviamoci dalla corruzione


Il Corpo e il Sangue di Cristo ci aiutano a non disgregarci, a non perdere la nostra dignità cristiana, a non svilirci, ci preservano dalla corruzione. Lo ha detto ieri pomeriggio il Papa nella Solennità del Corpus Domini, durante l’omelia della Messa celebrata sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. Al termine si è svolta la tradizionale processione fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove Francesco ha impartito la benedizione solenne con il Santissimo Sacramento. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

L’invito del Papa ai fedeli, dopo l’Angelus domenica scorsa, era stato quello di  adorare, durante la processione, il Santissimo Sacramento. La processione del "Corpus Domini", aveva detto, è un solenne atto di fede e di amore a Gesù Eucaristia. Quel Corpo e quel Sangue, ci dice oggi Francesco nell’Omelia, che mediante il pane e il vino ci sono stati donati da Gesù, che così ci lascia il “memoriale del suo sacrificio di amore infinito”. Con questo pane e questo vino i discepoli hanno “il necessario” per il loro “cammino lungo la storia”, e per “estendere a tutti il regno di Dio”. Oggi, il Pane di vita è anche il nostro, dinnanzi al quale lo stupore della Chiesa non finisce mai, stupore che alimenta “la contemplazione, l’adorazione, la memoria”. Francesco quindi cita le raccomandazioni dell’odierna lettura: “Per non disgregarvi, mangiate questo vincolo di comunione; per non svilirvi, bevete il prezzo del vostro riscatto”. E di lì pone le sue domande:

“Disgregarci? Svilirci? Cosa significa oggi questo disgregarci e svilirci? Noi ci disgreghiamo quando non siamo docili alla Parola del Signore, quando non viviamo la fraternità tra di noi, quando gareggiamo per occupare i primi posti, gli arrampicatori, quando non troviamo il coraggio di testimoniare la carità, quando non siamo capaci di offrire speranza. Così ci disgreghiamo”.

L’Eucaristia vincolo di comunione
Ciò che ci permette di non disgregarci è quindi l‘Eucaristia, perché “vincolo di comunione, compimento dell’Alleanza, segno vivente dell’amore di Cristo che si è umiliato e annientato perché noi rimanessimo uniti”:

“Il Cristo presente in mezzo a noi, nel segno del pane e del vino, esige che la forza dell’amore superi ogni lacerazione e al tempo stesso che diventi comunione con il povero, sostegno per il debole, attenzione fraterna a quanti fanno fatica a sostenere il peso della vita quotidiana. E sono in pericolo di fede”.

Le idolatrie del nostro tempo ci rendono cristiani mediocri
E poi pone l’altra domanda, cosa significa per noi “svilirci”, “ossia annacquare la nostra dignità cristiana?”:

“Significa lasciarci intaccare dalle idolatrie del nostro tempo: l’apparire, il consumare, l’io al centro di tutto; ma anche l’essere competitivi, l’arroganza come atteggiamento vincente, il non dover mai ammettere di avere sbagliato o di avere bisogno. Tutto questo ci svilisce, ci rende cristiani mediocri, tiepidi, insipidi, pagani”.

Il Sangue di Gesù ci libera dalla corruzione
Gesù ha versato il sangue per noi, per purificarci dai peccati, dunque “per non svilirci guardiamo a Lui, abbeveriamoci alla sua fonte, per essere preservati dal rischio della corruzione”. Il “Sangue di Cristo – ci dice ancora il Papa – ci libererà dai nostri peccati e ci restituirà la nostra dignità. Ci libererà dalla corruzione”:

“Così impariamo che l’Eucaristia non è un premio per i buoni, ma è la forza per i deboli, per i peccatori. E’ il perdono, è il viatico che ci aiuta ad andare, a camminare”.

Uniti con i cristiani uccisi per la loro fede
La festa del "Corpus Domini" – conclude quindi Francesco – celebra il mistero dell’Eucaristia e lo fa lodare e cantare per le strade della città, e la processione è la “nostra riconoscenza per tutto il cammino che Dio ci ha fatto percorrere attraverso il deserto delle nostre povertà, per farci uscire dalla condizione servile, nutrendoci del suo Amore mediante il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue”. E il suo ultimo pensiero è per coloro che non possono esprimere la loro fede:

“Sentiamoci uniti a loro: cantiamo con loro, lodiamo con loro, adoriamo con loro. E veneriamo nel nostro cuore quei fratelli e sorelle ai quali è stato chiesto il sacrificio della vita per fedeltà a Cristo: il loro sangue, unito a quello del Signore, sia pegno di pace e di riconciliazione per il mondo intero. E non dimentichiamo: per non disgregarvi, mangiate questo vincolo di comunione, per non svilirvi, bevete il prezzo del vostro riscatto”.

E decine di migliaia i fedeli che ieri sera hanno seguito la  tradizionale processione del Santissimo Sacramento, nel percorso da San Giovanni in Laterano fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Ascoltiamo i loro pensieri al microfono di Marina Tomarro:

R. – Perché ci ricorda la centralità dell’Eucaristia ed è importante che ce la rammentiamo. Ecco, in un mondo dove questo spesso lo dimentichiamo, è la cosa più bella che il Signore ci ha lasciato.

R. – Siamo tutti qui perché penso che abbiamo un grandissimo desiderio di unirci tutti quanti al Signore.

R. – Innanzitutto, ci ricorda il grande mistero di Gesù presente nell’Eucaristia, quindi è giusto solennizzarla in questo modo per far capire all’uomo di oggi che Gesù non si è dimenticato di noi, ma continua a camminare sulle nostre strade vicino a noi.

D. – Per la città di Roma perché è importante questa tradizione del Corpus Domini?

R. – Credo che per la città di Roma vedere Gesù passare in queste strade voglia dire venire incontro a questo popolo, bisognoso della sua misericordia.

R. – Perché la presenza del Papa è come la presenza di Gesù, quindi ci sentiamo ancora più fortunati per questo.

R. – Perché è una delle poche occasioni in cui il Santo Padre celebra assieme a noi, assieme al popolo romano, e questo è molto bello: ci fa sentire ancora più in comunione con il Papa che, oltre a essere il Papa della Chiesa universale, è anche il vescovo di Roma.

D. – Quanto di affidi a Gesù nella tua vita?

R. - Affido tutto a Lui. Se non ci fosse Lui, non sarei niente.

D. – Come lo annunci anche agli altri?

R. – Portando una testimonianza di gioia. Io sono pienamente convinta che la gioia è la testimonianza più grande che possiamo dare.

R. – Io vengo da una parrocchia del sud, dove ogni anno questa festa è di giovedì, ed è celebrata solennemente come unica festa del paese. E allora fin da piccolo nella mia vita, Gesù Eucaristia è stato presente e penso sia il motore che ancora alimenta la mia esistenza.








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