2015-06-04 14:01:00

Cuba: Vergine del Cobre nell'anima del popolo che attende il Papa


“La Vergine della Carità del Cobre nell’anima del popolo cubano”. È il titolo del libro, presentato ieri a Roma, alla parrocchia dei Santi Aquila e Priscilla, in occasione dell’80° anniversario dei rapporti tra Santa Sede e Repubblica di Cuba. Tra i presenti anche il card. Jaime Ortega, Arcivescovo di San Cristobal de la Habana di Cuba, che ha sottolineato la grande attesa con cui il popolo cubano vive la vigilia della visita che Papa Francesco farà a Cuba a settembre. Il servizio di Elvira Ragosta:

Cinquecento pagine con più di mille immagini; una ricerca storica e iconografica, con cui lo scrittore cubano Emilio Cueto, ripercorre i quattrocento anni di devozione alla Vergine della Carità del Cobre, divenuta patrona dell’isola nel 1916 su richiesta del popolo cubano a Papa Benedetto XV. L’autore del volume:

“El pueblo cubano se identifica…
Il popolo cubano si è identificato con la Vergine, perché durante la guerra contro la Spagna aveva capito che la Vergine si identificava con il popolo cubano. Nel momento in cui noi, quindi, ci siamo dotati dei nostri simboli patriottici, che sono la bandiera, l’inno e la Costituzione, abbiamo aggiunto la Vergine come riferimento spirituale della nostra identità.

Una devozione sempre forte, in tutte le vicende storiche che hanno caratterizzato la vita dei cubani, ricorda l’arcivescovo di San Cristobal de la Habana, il card. Jaime Ortega, intervenendo alla presentazione del volume, organizzata in occasione dell’80° anniversario dei rapporti tra Santa Sede e Cuba. E alla vigilia del viaggio di Papa Francesco a Cuba, nel settembre prossimo, il card. Jaime Ortega racconta l’attesa dei cubani:

R. – E’ una notizia, che è stata accolta bene da tutti: dai cattolici e da tutto il popolo in generale. Il Papa è molto conosciuto, perché adesso i mezzi di comunicazione a Cuba danno sempre più informazioni sulla Chiesa rispetto a 15, 20 anni fa.  Adesso è frequente la presenza del Papa in Tv. E’ conosciuto. Il Papa è latino americano, parla spagnolo e per noi, dunque, è stato qualcosa di molto sorprendente. In tanti Paesi dell’America Latina e a Cuba, infatti, lui ha avuto un ruolo importantissimo. E nel nuovo rapporto tra Cuba e gli Stat Uniti ha partecipato al dialogo iniziale e lo ha favorito. I passi che seguono, allora, sono molto importanti.

D. – Quali sono le speranze per il futuro di Cuba, nella sua ripresa delle relazioni…

R. – Adesso siamo in una nuova tappa. La frase di Giovanni Paolo II “Che Cuba si apra al mondo, che il mondo si apra a Cuba”, è una realtà che diventa sempre più motivo di gioia per il popolo. Allora, per il futuro c’è la speranza di un ulteriore miglioramento della situazione nazionale. Il che è visibile, perché il turismo sta crescendo e cominciano ad arrivare i turisti americani; le famiglie possono viaggiare ed incontrarsi. Questa sarà un bene per tutti, non solamente per l’economia , ma anche per la vita sociale, per la nostra vita di cittadini.

E sul tema “Missionario della misericordia” scelto dalla Conferenza episcopale cubana per accompagnare il periodo di preparazione al viaggio apostolico di Papa Francesco, mons. Dionisio Garcia, presidente della conferenza episcopale cubana:

“Vamos a proponer en determindos…
Proporremo in alcuni momenti del tempo che rimane, a tutti gli uomini di buona volontà che lo vogliano, di esercitare la misericordia con chi ci sta accanto, magari con la propria famiglia, magari con il vicino, sempre con la gente che soffre, sempre con la gente che ha bisogno di qualcuno che gli tenda la mano. Ci sono i dettami evangelici e, quindi, conosceremo anche i dettami evangelici. Così come vogliamo che questa visita non sia solamente un evento – non può essere un evento – ma che si inserisca nel nostro piano pastorale e che, allo stesso tempo, lasci questo piacere di avvicinarsi ai fratelli.








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