2015-06-03 15:32:00

"Quartieri solidali": gli anziani al centro della vita sociale


“Chiesa in uscita: una comunità che si fa prossima con gli anziani”. Questo il titolo del seminario organizzato dalla Caritas di Roma nell’ambito dell’iniziativa “Quartieri soldali”. Il servizio di Alessandro Filippelli.

Sono più di 500 gli anziani accolti da 200 volontari di 16 parrocchie. Questi i dati che descrivono i primi due anni di attività del progetto che coinvolge i volontari delle comunità parrocchiali verso l’organizzazione di azioni rivolte agli anziani fragili. L’iniziativa intende favorire la partecipazione dell’anziano alla vita sociale per contrastare fenomeni come la solitudine e l’isolamento che, vissuti in età avanzata, costituiscono la prima reale forma di fragilità. Mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia:

“Ci si rende sempre più conto che la società di oggi, senza l’attenzione alla famiglia in tutte le sue articolazioni, rischia di finire nell’imbuto di quell’individualismo, che sta indebolendo sempre più le nostre società. Il problema è che bisogna riscoprire la bellezza del “noi”, di un “noi differente”, di un “noi” plurale, perché questo, se riscoperto fin da bambini, significa dare un impulso all’intera società, che oggi è sfidata esattamente su questo terreno”.

Il quartiere, dunque, inteso come “villaggio” in grado di recuperare e creare risorse umane e non un luogo di problemi e criticità, che vede nelle parrocchie il perno centrale di una rete estesa alla comunità. Mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma:

“Cerchiamo di mettere in piede nelle parrocchie quello che chiamiamo “sale di socializzazioni”: laboratori presso locali parrocchiali; il rafforzamento delle conoscenze manuali, culturali e sociali. E abbiamo anche un’assistenza domiciliare, che chiamiamo “leggera”, dove anche i nostri operatori oppure i volontari oppure le persone della parrocchia vanno ad intercettare le persone sole, per poterle non solamente servire, ma per poterle prendere, farle uscire di casa e immetterle nel circuito dei rapporti le une con le altre”.

L’iniziativa si è così sviluppata attraverso percorsi che hanno permesso ai volontari di realizzare per gli anziani in difficoltà. Alessia Celentano, operatrice dell’iniziativa “Quartieri solidali”:

“I vari progetti, all’interno delle parrocchie, sono stati personalizzati. Quindi ogni parrocchia ha studiato un po’ quello che è il bisogno di quartiere e non si improvvisa dunque in un servizio. A seconda del bisogno del quartiere, e anche delle risorse della parrocchia, abbiamo creato dei progetti, che potessero comprendere sia l’assistenza domiciliare - quindi andare a prendere proprio il bisogno specifico, quello dell’isolamento, della non autosufficienza, dell’impossibilità di gestire alcune pratiche – che, dall’altra parte, l’aspetto della socializzazione, per tutti quegli anziani che vivono una situazione di isolamento, non legata a criticità o a problemi fisici, e che quindi ancora sono in grado di muoversi e di vivere una vita di comunità, nella gioia – però -  nell’allegria, insomma nella socializzazione, con le persone che vivono anche la parrocchia. Un’altra cosa che aggiungo è la relazione di quartiere: l’apertura della Chiesa, dunque, non solo a chi va in Chiesa, ma anche a tutte le persone che sono fuori, che magari hanno anche la disponibilità e l’attenzione cristiana, anche se non non sono praticanti, e che vogliono dare una mano. In tantissime parrocchie queste persone si sono avvicinate, perché è stata data loro un’opportunità di prossimità”.








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