Il governo del Pakistan si muove per fermare l'abuso della legge sulla blasfemia: l’esecutivo ha infatti messo a punto un progetto di legge che verrà presentato e discusso in Parlamento per l'approvazione.
La Chiesa ha sempre chiesto di fermare gli abusi alla legge
“Si tratta di un passo avanti importante”, nota all’agenzia Fides padre Saleh Diego,
presidente della Commissione “Giustizia e Pace” e cancelliere dell’arcidiocesi di
Karachi. “Speriamo e staremo a vedere come andrà il dibattito in Parlamento. Sappiamo
che diversi partiti sono favorevoli a fermare gli abusi della legge di blasfemia.
Ma i partiti estremisti sono tuttora molto forti”. Il presidente della Commissione
ricorda: “Come Chiesa e come comunità cristiana in Pakistan, da anni chiediamo di
implementare meccanismi per fermare gli abusi. Abbiamo vissuto e affrontato casi gravi
in cui questa legge è stata strumentalizzata. È una questione di giustizia, dato che
in carcere vi sono molti innocenti. Evitare gli abusi sarebbe un beneficio per la
società tutta, per i cittadini di tutte le religioni, musulmani e cristiani, accusati
ingiustamente”. Secondo il sacerdote “le pressioni della comunità internazionale possono
essere utili in questo frangente”.
La proposta mira a scoraggiare uso strumentale della legge e false accuse
Come appreso da Fides, la proposta, preparata dal ministero degli interni e controllata
dal ministero per la giustizia, mira a scoraggiare l’uso strumentale della legge e
le false accuse, introducendo pene severe per quanti formulano false accuse di blasfemia.
La proposta di legge andrebbe ad emendare le lacune procedurali, introducendo nuove
clausole nel protocollo da seguire per i casi di presunta blasfemia, con l’obiettivo
di garantire che nessuno “si faccia giustizia da solo”, ma che siano le istituzioni
dello Stato (polizia e magistratura) a punire i colpevole.
Nell'atto di blasfemia necessario dimostrare malafede e intenzionalità
Tra le novità, la nuova procedura renderebbe necessario dimostrare la “mens rea” (malafede
e intenzionalità) dietro un atto di blasfemia, condizione oggi non presente. Ciò significherebbe
che una condizione per essere accusati è la precisa volontà di commettere quel reato.
Fatto, questo, ritenuto necessario anche dalla sentenza della Corte federale della
Sharia del 1990.
Legge abusata spesso per vendette personali
In un recente rapporto, l'Ong “Human Rights Commission of Pakistan” sottolinea che
l'abuso della legge sulla blasfemia continua a causare oppressione e vessazioni nei
confronti di cittadini innocenti. Sono 14 i cittadini pakistani nel braccio della
morte, mentre altri 19 stanno scontando l'ergastolo con l'accusa di aver commesso
blasfemia. Il numero dei casi registrati negli ultimi 25 anni (oltre mille) suggerisce
che la legge è stata ampiamente abusata, spesso per vendette personali. Secondo un
rapporto del Centro di Ricerca e studi sulla sicurezza, con sede a Islamabad, a partire
dal 1990 52 persone accusate di blasfemia sono state vittime di esecuzioni extragiudiziali.
(P.A.)
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