“Condanna unanime” è stata espressa dal Centro internazionale per il dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz (Kaiciid) contro l’attacco perpetrato il 22 maggio in Arabia Saudita: un attentato kamikaze rivendicato dai jihadisti del sedicente Stato Islamico ha, infatti, devastato la moschea di Qatif, provocando almeno venti morti e cento feriti. Tale attacco, scrive il Kaiciid in una nota ufficiale, ha colpito “fedeli pacifici” ed è stato “commesso deliberatamente per danneggiare le persone a causa delle loro identità religiosa”.
Terrorismo, crimine spregevole. Tutelare libertà religiosa
Un simile assassinio, prosegue la nota, è “un crimine feroce e riprovevole. Questi
atti violenti e criminali non possono mai essere giustificati attraverso la religione”.
Per questo, “tutti coloro che credono nella pace devono parlare contro questi spregevoli
avvenimenti”. Esprimendo “profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime
ed alle loro comunità”, il Kaiciid esorta, “nell’interesse del bene comune”, a “respingere
ogni forma di pregiudizio” ed a “sostenere i diritti umani, in particolare quello
relativo alla libertà di pensiero, coscienza e religione”.
Favorire il dialogo e la comprensione interreligiosa
Quindi, l’organismo ricorda la Dichiarazione siglata a Vienna nel novembre 2014 ed
intitolata “Uniti contro la violenza in nome della religione”: in essa, si esortano
“tutti i governi e le istituzioni religiose a lavorare insieme, concretamente, per
contrastare coloro che commettono azioni terroristiche”. Infine, il Kaiciid sottolinea
l’importanza di “favorire il dialogo e la comprensione interreligiosa ed interculturale”,
rilanciando anche “la cooperazione ed il rispetto per la diversità, la giustizia e
la pace”.
Lavorare per costruire la pace
“Il Kaiciid – conclude la nota – è impegnato a lavorare con coloro che usano il dialogo
interreligioso per costruire la pace”. Inaugurato ufficialmente il 26 novembre 2012,
il Centro Kaiciid ha sede a Vienna, in Austria. Fondato da Arabia Saudita, Spagna
e Austria, con la Santa Sede come organismo osservatore fondatore, esso include rappresentanti
cristiani, buddisti, induisti, ebrei e musulmani. (I.P.)
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