2015-05-22 12:50:00

Corruzione, rimane nodo prescrizione. Per Renzi Italia patria legalità


Sono per lo più positivi i commenti alla legge sulla corruzione approvata ieri in modo definitivo alla Camera dei Deputati. Rimane però irrisolto il nodo della prescrizione. Per il premier Matteo Renzi comunque l’Italia torna ad essere la patria della legalità. Il servizio di Alessandro Guarasci:

Un passo in avanti, anche se si poteva fare di più. Ne sono convinti il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Anna Canepa, come la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi. Un plauso anche dal fondatore di "Libera" don Luigi Ciotti che, però, auspicava maggiore chiarezza sul tema dei beni confiscati alle mafie. Aumentano le pene, fino a dieci anni, ma il vero nodo è la prevenzione, come afferma il prof. Alberto Vannucci, esperto di corruzione:

“Nella legge, a dire il vero, c’è quantomeno un tentativo di introdurre una sorta di conflitto virtuoso di interessi tra il corrotto e il corruttore, prevedendo uno sconto significativo di pena per il partecipante allo scambio corrotto, che decida di collaborare con la giustizia”.

E poi c’è la prescrizione, che in sostanza rimane immutata. La norma attuale ha ancora vari problemi, denuncia Vannucci:

“Pone un incentivo forte agli imputati a difendersi non all’interno del processo, quindi cercando di mostrare l’innocenza dei propri difesi, ma a difendersi dal processo, cioè cercando di allungare il più possibile i tempi, per arrivare appunto al nulla di fatto della prescrizione. Quello che veniva richiesto, infatti, quello che molti magistrati suggerivano, era quello di prevedere, ad esempio, che la prescrizione si interrompesse dopo la condanna di primo grado o dopo il rinvio a giudizio”.

Torna poi il falso in bilancio. Dubbi dai commercialisti. Il commento di Andrea Foschi, componente del Consiglio nazionale:

"Bisognava essere chiarissimi a intendere cosa vuol dire 'falso in bilancio'. Se noi scorriamo la norma, non c’è scritto cos’è un bilancio falso. Innanzitutto, bisogna definire quando è stato fatto, quali erano le norme in quel momento, quali erano le condizioni di mercato in quel momento. L’unico modo per poter chiarire cosa poteva essere definito come 'falso' era utilizzare i principi contabili, nel momento in cui la norma mi diceva che poteva essere considerato falso un bilancio perché non venivano utilizzati i principi contabili italiani emanati dall’Oic, che è l’organismo italiano di contabilità. Ma nel momento in cui uno adotta corretti principi contabili, i fondi neri o ci sono o non ci sono. Ora trovare fondi neri o meno esula da come è fatto un bilancio, perché il fondo nero in bilancio non c’è".








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