2015-05-19 13:51:00

Eterologa, responsabilità dei donatori e diritti dei figli


Le nuove tecniche di fecondazione eterologa e le loro conseguenze nel rapporto genitore – figlio sono al centro del convegno “Fratelli per caso. Libertà riproduttiva e diritti dei figli”, promosso dal Camillianum, l’istituto internazionale di teologia pastorale sanitario della Pontificia Università Lateranense. Il tema sarà affrontato, oggi e domani, dal punto di vista etico, medico, filosofico e teologico. Il servizio di Michele Raviart:

Legittima aspirazione dei figli a conoscere l’identità dei genitori
Non tutti siamo padri o madri, ma tutti siamo figli di qualcuno. Le nuove tecniche riproduttive mettono a rischio questo rapporto naturale, separando la genitorialità biologica da quella sociale. Il prof. Emmanuele Vimercati, decano della facoltà di Filosofia alla Pontificia Università Lateranense:

“Il rapporto genitori-figli non è una questione, direi, filosoficamente accidentale, ma è strutturale dell’essere stesso, dell’umano, quindi dell’essere uomo e dell’essere donna. L’essere figli è parte costitutiva della nostra natura. Sicché, da un lato, il modo con cui ciascuno di noi viene al mondo non è un fattore accidentale per la nostra esistenza, così come il rapporto che ciascuno di noi mantiene con i propri genitori – padre e madre – non è affatto accidentale, ma è esso stesso strutturale della nostra natura. Il legittimo desiderio di una coppia di avere dei figli deve, tuttavia, fare i conti con la legittima aspirazione dei figli a conoscere l’identità dei genitori e, in secondo luogo, ad avere dei genitori che tutelino l’esistenza dei figli come tali”.

Biologo austriaco, padre di 1500 bambini
Figure come il “donatore di seme” o la “donna riceventerendono indeterminato quello che è un rapporto naturale, perché l’anonimato rende impossibile la risposta alla legittima esigenza del figlio di conoscere le sue origini sia per questioni psicologiche, sia per ragioni di salute. Spiega la professoressa Chiara Ariano, docente di diritto alla Lateranense:

"Ci sono alcuni casi di cronaca realmente sconcertanti. Ad esempio, in una clinica londinese, un biologo austriaco, che era il direttore della  clinica, è risultato essere padre di circa 1500 bambini, nati in quella clinica, perché sostanzialmente, essendosi esaurito il seme, aveva provveduto direttamente alla donazione. Altro esempio, una madre che scopre che il figlio ha 30 fratelli. Tutto questo, quindi, ovviamente apre nuovi scenari e nuove prospettive”.

Responsabilità dei donatori, anche economiche
Un punto chiave è quello della responsabilità giuridica dei genitori biologici, che non è prevista in nessun caso. Spiega ancora la prof.ssa Ariano:

“La responsabilità genitoriale è una colonna portante nel nostro ordinamento giuridico. Poniamo il caso che un bambino concepito con gameti estranei alla coppia perda entrambi i genitori. Dobbiamo ipotizzare una responsabilità sussidiaria, ad esempio di tipo economico, di chi comunque ha dato causa alla nascita di questa persona? E’ una prospettiva assolutamente nuova. Per questo è necessaria una regolamentazione ad hoc”.

Progresso tecnico e principi etici
I figli nati “in provetta” sono ormai nel mondo oltre 5 milioni. Il progresso tecnologico e i valori delle società secolarizzate - spiega uno dei relatori, il prof. Maurizio Mori, docente di bioetica all’università di Torino – “stanno creando una nuova frontiera in cui la genitorialità è più una questione di responsabilità" che di biologia. Sentiamo il prof. Massimo Petrini, preside del Camillianum:

“Tutti i problemi hanno molte prospettive di lettura, naturalmente. Questo, a maggior ragione, perché certamente interessa la medicina, interessa la bioetica, interessa la filosofia, interessa l’antropologia, interessa anche la religione, certamente. E’ un problema molto complesso, che è suscitato dal progresso tecnico-scientifico della medicina, e non è detto che tutto quello che il progresso tecnico riesce a fare sia veramente poi utile per le persone, sia eticamente, ma anche proprio da un punto di vista di interesse della famiglia, oltre che del discorso scientifico”.








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