2015-05-14 13:35:00

Mattarella a Torino: Europa non esisterebbe senza libri


Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato questo pomeriggio in Prefettura a Torino i familiari delle vittime dell'attentato di Tunisi al museo Bardo e quelli della tragedia ThyssenKrupp. Occasione della visita del Capo dello Stato nel capoluogo piemontese, l’inaugurazione del 28.mo Salone del Libro. Tema  di quest’anno  “Italia salone delle meraviglie”. Nel suo discorso Mattarella ha sottolineato l’importanza della lettura e della cultura per reagire alla solitudine di massa e all’individualismo che disgrega la società. La visita alla Sindone, al Museo Egizio e in serata quella all’Arsenale della pace del Sermig, dove tema centrale è stato l’immigrazione, sono state le altre tappe della giornata del presidente a Torino. Paolo Ondarza:

Il paesaggio, i monumenti, l'innovazione, l'eccellenza, caratteristiche italiane protagoniste del 28.mo Salone Internazionale del libro di Torino. Quattro padiglioni, trentanove sale, ospite d’onore la Germania, patria di Wolfgang Goethe affascinato visitatore delle meraviglie italiane tra Sette e Ottocento: il ritratto del poeta attorniato dai moderni simboli del Made in Italy campeggia sul logo dell’edizione di quest’anno: l’Italia, allora meta del grand tour è ancora oggi Salone delle meraviglie, immensa Wunderkammer della bellezza. “L’Europa non esisterebbe senza i libri”, ricorda il presidente Mattarella che cita il lavoro di recupero dei testi antichi da parte dei monaci e la scoperta di Gutenberg come fonti della cultura europea, ma chiede anche all’Ue di favorire la cultura tagliando le tasse sull’editoria e costruire un sistema in cui sia più agevole pubblicare.“Il libro è, dalla sua nascita, veicolo di cultura, trasmissione dei valori e di civiltà. I libri sono una straordinaria ricchezza immateriale, che alimenta la crescita umana e sociale”. “Sarebbe un errore, culturale ed economico, contrapporre il libro stampato all’e-book”.“Il libro è un libro, quale che sia il suo formato, e il libro va sostenuto nella sua diffusione, perché il suo valore – ripeto – arricchisce l’intera comunità”Dal capo dello Stato “sì” alle edizioni economiche per raggiungere il grande pubblico. “I libri infatti” – spiega Mattarella, ricordando i roghi di biblioteche da parte di regimi toralitari  – “aiutano a raggiungere la libertà, ma “se l'idea di libertà tende a coincidere con l'espansione dei desideri individuali, se insomma ai diritti non sono legati i doveri, se alle opportunità non corrispondono le responsabilità, non riusciremo ad avere più libertà per tutti. Avremo probabilmente più ingiustizie”.

In controtendenza con il calo delle vendite e della lettura, in Italia regge il mercato dei libri di soggetto religioso: rappresentano, infatti, il 9% dei titoli pubblicati. Oggi al Salone del Libro la presentazione dell’Osservatorio sull’editoria religiosa condotto dall’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani. Al presidente Gianni Cappelletto, Antonella Palermo ha chiesto chi sono i lettori di libri religiosi:

R. – Dalle ricerche di Istat e dalle ricerche che poi noi abbiamo fatto con Ipsos emergeva che il numero di persone che leggevano un libro religioso all’anno era in crescita. Mentre altri settori della lettura scendevano, l’editoria religiosa - attenzione, non parlo di editoria cattolica -, i lettori crescevano. C’era una domanda di senso di approfondimento culturale o di fede che rendeva questo segmento decisamente interessante. E allora ci siamo incontrati per decidere di organizzare un incontro in cui confrontarci, editori cattolici e editori laici, attorno a questo argomento. L’editoria religiosa degli editori cattolici rappresenta il 6,6 per cento del totale dei titoli pubblicati; se aggiungiamo i titoli realizzati dagli editori laici, arriviamo quasi al 9 per cento.

D. – Chi legge oggi i libri religiosi?

R. – Dalle ricerche che abbiamo fatto arriviamo a circa 5,7 milioni. Quindi vuol dire che quasi 9 italiani su 10, e in modo particolare il 37,7 per cento, hanno letto un libro di argomento religioso. Una fetta non indifferente - stiamo parlando quasi del 38 per cento - è composta da persone che dichiarano di non essere praticanti o di non essere credenti.

D. – Come si spiega questa tendenza?

R. – Stiamo parlando di persone che hanno un livello culturale medio o medio alto che sono impegnate nel mondo del lavoro, quindi hanno incarichi professionali, sono professionisti, che a un certo punto si pongono domande sul senso della vita.

D. – Qualcuno mette dentro anche l’effetto Papa Bergoglio

R. – Sicuramente l’influenza di Papa Francesco con il suo linguaggio, con la sua capacità di comunicare ha influenzato questo mercato. Però era un cambiamento che era già in atto prima dell’arrivo di Papa Bergoglio.

D. – Come guardano le case editrici “laiche” a questo trend?

R. - Con un certo interesse per un semplice motivo: perché in un momento di profonda crisi, dove i numeri scendono il nostro segmento rimane un segmento che potremmo “dire perde meno degli altri”. Gli editori si sono divisi in due segmenti: gli editori quelli più importanti che si sono concentrati nella ricerca del cosiddetto best seller, cioè l’autore importante, quindi in questi ultimi due anni Papa Francesco; però c’è un’altra parte di editori che invece sono entrati in questo segmento, in questo settore, cercando di affrontare soprattutto l’area divulgativa, entrando nella spiritualità in tanti aspetti della storia della Chiesa e in parte anche nella teologia, creando proprio delle piccole collane che credo diano dei risultati sicuramente soddisfacenti.








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