Caritas Nepal: "Ci manca tutto ma apprezziamo solidarietà e preghiere"

"La comunità internazionale ci osserva, condanna ed esprime disappunto, ci invia piccoli aiuti materiali così da auto-assolversi, astenendosi dalle responsabilità umanitarie, sociali e morali, mentre noi restiamo impotenti e di fatto abbandonati". Unanime plauso ha ricevuto stamane l'intervento di Dana Shahin (Caritas Giordania) - che dall'Assemblea generale di Caritas Internationalis apertasi a Roma - ha messo il dito nella piaga mediorientale che sanguina da troppo tempo. I commenti a caldo di Paolo Beccegato, vice direttore di Caritas italiana e responsabile dell'area internazionale.

Tra i partecipanti all'assise, giunti dai vari continenti, Pius Perumana Direttore Caritas Nepal, che ai nostri microfoni racconta l'impegno sul campo fin dalla prima grande scossa di terremoto che ha sconquassato il paese: "Dopo due settimane le persone stanno perdendo la speranza - spiega - la scossa di ieri ha portato altri danni e ancora più disperazione tra la gente e caritas sta provando il più possibile a rispondere alle attese delle persone ma 8 milioni di persone sono coinvolti in questa catastrofe, un numero enorme per una piccola Caritas come la nostra. Abbiamo bisogno immediato di tende, medicine, cibo, il necessario per l’igiene personale. Quello che apprezziamo più di ogni altra cosa è la solidarietà e le preghiere che riceviamo. Caritas Australia, per esempio, ci sta aiutando anche a inviare comunicazioni attraverso i media per non abbassare l'attenzione. Penso che abbiano fatto un buon lavoro". 

E tornando all'area mediorientale, la testimonianza di Pascal Kateb Direttore Caritas Siria: "I giovani hanno difficoltà a raggiungere la scuola, l’università, a guadagnarsi da vivere, a sposarsi, a trovare un lavoro… Stiamo cercando di fare del nostro meglio ma non abbiamo la bacchetta magica, non possiamo fare miracoli. Noi crediamo nella speranza, sensa di essa non possiamo sopravvivere. Ma francamente non penso che ritroveremo la luce presto. Comunque noi rimaniamo qui, dove siamo nati".