2015-05-09 13:00:00

Premiati all'Expo i vincitori delle "Olimpiadi dei Mestieri"


Premiazione oggi al padiglione “Casa Don Bosco, all’Expo di Milano dei vincitori del “IX Concorso nazionale dei Capolavori dei Settori professionali”, al termine di una settimana di prove a cui hanno partecipato 172 allievi degli Istituti di formazione professionale gestiti dai Salesiani in tutta Italia. In mattinata, anche una tavola rotonda con i ragazzi sul tema delle opportunità per il mondo del lavoro. Sulla cosiddetta “Olimpiadi dei mestieri” Adriana Masotti ha sentito Massimiliano Boracchi, coordinatore nazionale dell’iniziativa:

R. – In poche parole, i ragazzi, una ventina per ogni settore – meccanico, meccanico d’auto, elettrico, energetico e  grafico – in questa settimana devono realizzare il loro capolavoro in base alle richieste che vengono loro poste. Dopodiché, verrà premiato il migliore. Quindi è realmente una prova pratica: il meccanico d’auto lavora su un impianto a gas di un’auto, impegnandosi sui guasti creati dai tecnici della Fiat che devono essere risolti, l’elettrico su un circuito di automazione per un magazzino, il grafico nelle sue stampe e così via.

D. – Quest’anno, il Concorso ha concentrato le gare di abilità professionale in Lombardia: ovviamente c’è un riferimento all’Expo…

R. – Sì. Abbiamo fatto questo abbinamento con Expo, perché già Don Bosco era stato all’Esposizione internazionale di Torino, aveva presentato i suoi ragazzi proprio con l’idea dell’“intelligenza nella mani”: aveva presentato una macchina per stampa, innovativa per l’epoca. E noi quest’anno, per l’edizione 2015, abbiamo aggiunto ai nostri percorsi tradizionali anche il Concorso del settore Energia, che è un settore abbastanza nuovo per le nostre case. Ma quest’anno abbiamo voluto esserci nei concorsi proprio per rispettare i canoni di Expo. I ragazzi hanno creato un impianto di irrigazione automatica per una serra, in cui ci sono delle piantagioni che abbiamo ricevuto dai presidi di slow food, in collaborazione con loro.

D. – Il significato di fondo di tutta questa iniziativa è proprio quella di valorizzare il “sapere delle mani”, che voi continuate con  le vostre scuole. Che cosa rappresenta per i giovani? Come vivono questo Concorso?

R. – In modo molto sereno. I ragazzi si ritrovano all’inizio della settimana che non si conoscono, provengono da varie parti d’Italia. Si guardano un po’ storti come per dire: ma lui è qui a concorrere con me! In realtà, poi, fin dal primo giorno si vede che già durante le prove si danno una mano fra di loro se c’è bisogno, nonostante siano in concorrenza tra di loro. Il venerdì, quando poi si salutano, spesso capita che qualche lacrima scorra perché tutto è già finito. Quindi, questa è sicuramente la cosa più bella dei Concorsi: vedere come i ragazzi stiano insieme, come facciano in fretta a fare amicizia e come si supportino l’uno con l’altro.

D. – In che percentuale i vostri giovani trovano poi lavoro quando terminano il ciclo di studi?

R. – In particolare, io parlo per la Regione Lombardia: noi abbiamo, a un anno dal termine delle qualifiche o dei quarti anni che ci sono nella Regione Lombardia, un quasi 90% di persone impiegate, nel senso o che hanno effettivamente un lavoro stabile, oppure che hanno scelto di proseguire con gli studi.








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