2015-05-08 16:07:00

Gentiloni: collaborare con tutte le autorità libiche contro i trafficanti


Ci saranno "nelle prossime settimane" gli effetti del Consiglio Straordinario sull'emergenza immigrazione. Lo afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il governo italiano vede anche come un primo passo la decisione dell'esecutivo di Tripoli di pattugliare le coste libiche. Alessandro Guarasci:

L’Italia continua ad aspettare maggiore solidarietà da parte dell’Europa, in primo luogo una redistribuzione a livello continentale degli immigrati che arrivano sulle coste italiane. Questo era uno dei punti fondamentali del vertice europeo del 23 aprile, risultato però ancora non raggiunto. Per ora il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni accoglie in modo positivo la disponibilità del governo non riconosciuto di Tripoli a pattugliare le coste libiche di sua competenza. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni

“Abbiamo un riconoscimento nei confronti del Parlamento di Tobruk. Detto questo, però, la collaborazione con tutte le autorità libiche, nel contrasto all’immigrazione clandestina e ai trafficanti è utile. Quindi se ci sono disponibilità in questo senso, sarebbe sciocco non raccoglierle”.

Pattugliare in prossimità delle coste libiche, secondo il governo italiano, serve ad evitare nuove partenze e anche nuove tragedie. Ma potrebbe servire anche a scoraggiare quei jahidisti che vorrebbero raggiungere l’Europa. Su questo punto l’Italia dice che non c’è allarme anche se l’allerta resta alta. Per fermare l’avanzata del sedicente Stato Islamico serve un’azione militare, politica e diplomatica, afferma il sottosegretario con delega ai Servizi Marco Minniti:

“Le radici di quell’Europa, oggi, appaiono ad una parte importante delle nuove generazioni europee come radici secche. Nel senso cioè che la partita contro il terrorismo si vince anche mettendo in campo una partita valoriale. La partita si vince sul terreno delle opinioni pubbliche. Il terrorismo internazionale è convinto che le opinioni pubbliche siano un punto di fragilità delle democrazie”.

Insomma, il punto è sempre lo stesso: L’Europa è chiamata a una maggiore iniziativa politica.

 

 

 








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