Una Giornata di preghiera per la pace in Sud Sudan e per le vittime del nuovo sanguinoso conflitto che da un anno e mezzo contrappone i militari governativi e i ribelli fedeli all’ex vice Presidente Riek Machar. Ad indirla per sabato 10 maggio è il Consiglio Mondiale della Chiese (Wcc), con l’obiettivo di sollecitare la rapida ripresa dei colloqui di pace bruscamente interrotti ad Addis Abeba lo scorso mese di marzo.
Il dolore causato dal nuovo conflitto è insostenibile
Nel suo invito alle Chiese del Sud Sudan, il Segretario generale del Wcc Olav Tveit
ricorda come dopo 17 mesi di combattimenti i sud-sudanesi “attendono con un dolore
insostenibile il ritorno della pace”. Egli sottolinea quindi il ruolo essenziale delle
Chiese nella pacificazione del Paese. “Per questo motivo – afferma - il Wcc esorta
i suoi membri e i cristiani di tutto il mondo a pregare per restituire la speranza
alle persone colpite dalla guerra e a sostenere tutte le iniziative costruttive”.
Una guerra ingiustificabile nel Sud-Sudan liberato
Dopo il fallimento dei negoziati ad Addis Abeba, lo scorso aprile il Consiglio delle
Chiese del Sud Sudan (Sscc) aveva denunciato in un messaggio l’insensatezza del nuovo
conflitto armato scoppiato nel dicembre 2013 tra il Presidente Salva Kiir Mayardit
e l’ex vice Presidente ribelle Riek Machar. Un conflitto che – si affermava - dopo
le sanguinose guerre di liberazione del 1955-72 e del 1983-2005, non ha alcuna giustificazione
morale. (L.Z.)
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