2015-05-07 12:28:00

Siria, il grido dei cristiani ad Aleppo: basta con il sangue!


Il Nord–Est e della Siria continua ad essere teatro di continui scontri tra esercito di Damasco e milizie dell’opposizione. Cresce l’incertezza anche per gli attacchi dei jihadisti del sedicente Stato Islamico. Di fronte alla situazione bellica cresce il dramma dei civili, in particolare ad Aleppo: uno dei due principali ospedali della città è stato bombardato e ha dovuto sospendere l'attività. In questo contesto le comunità cristiane sono ridotte allo stremo. Sulla loro condizione, Giancarlo La Vella ha intervistato il padre gesuita Ghassan Sahoui, direttore del Jesuit Refugee Service (JRS) ad Aleppo:

R. – Sono tanti quelli che sono stati colpiti: le donne senza marito, gli orfani … Purtroppo c’è tanta gente povera che ha perso il lavoro … incontriamo continuamente miseria … Basta con tutto questo sangue, basta con questa guerra assurda! Abbiamo bisogno del dialogo per risolvere tutti i problemi, mettendoci insieme in dialogo, per arrivare a un accordo tra tutte le parti in causa.

D. – Come la comunità cristiana, ma anche le altre comunità, riescono ad andare avanti in questa situazione in cui i bombardamenti e le violenze sono giornaliere?

R. – Ci sono tanti che hanno lasciato Aleppo, però ci sono tanti altri che sono tornati, perché qui ci sono le loro case, c’è il loro lavoro. Quasi tutta la comunità cristiana riceve aiuti umanitari; certamente c’è un’atmosfera di angoscia tra i cristiani, che si chiedono cosa fare, se rimanere o partire, e chiedono soprattutto un aiuto, un segno di speranza, una risposta … cosa fare …

D. – Qual è la cosa di cui la gente ha più bisogno?

R. – Soprattutto, credo che la nostra gente chieda un incoraggiamento per rimanere. Soprattutto le famiglie cristiane ne hanno bisogno, in questo momento.








All the contents on this site are copyrighted ©.