Esce oggi uno dei film più interessanti della stagione cinematografica, "Forza maggiore", diretto da un solidissimo regista svedese, Ruben Östlud, che è stato applaudito nei più importanti festival internazionali, vincitore del Gran premio della Giuria a Cannes lo scorso anno nella sezione “Un certain regard”. Il servizio di Luca Pellegrini:
(Clip Film) Tomas: Hai visto che forza! Che spettacolo!
Ebba: Ma saremo al sicuro? A me non sembra!
Tomas: Certo, tutto sotto controllo…
Figlio: Papà!
Tomas: Va tutto bene…
Figlio: Papà, papà!!!
Ebba: Tomas!
Prima scherzano divertiti, poi si alzano le grida. La valanga che sta per abbattersi su Tomas, Ebba e i loro due bellissimi bambini - sono una famiglia svedese serena e coesa in vacanza sulle Alpi francesi - si sfarinerà poco prima di travolgerli, producendo soltanto un soffice pulviscolo bianco. Ma se fortunatamente non mieterà vittime e soltanto molto spavento, quello che accade in quegli istanti segnerà, ferendoli drammaticamente, i rapporti che così felicemente li univano. Il loro matrimonio entra in crisi per la codardia e la debolezza dimostrata dal papà, visto prima come un uomo forte e sicuro di sé: infatti, anziché pensare alla protezione e alla salvezza dei figli, nel momento del pericolo Tomas fugge con il suo cellulare in mano. Ebba non riesce a perdonarlo, i due ragazzini sentono che tutto sta franando nella loro vita. Sarà difficile ricomporre i ruoli, ammettere i propri limiti, perdonare e ricostruire. Ruben Östlud dirige un film con una mano sicurissima e originale che ha al centro la vita di una famiglia e gli inaspettati comportamenti degli esseri umani. E' un teso e credibilissimo dramma esistenziale, alleggerito da alcuni momenti di plausibile ironia in cui la Natura - come è avvenuto drammaticamente in questi giorni - dimostra la sua potenza e l'uomo la sua debolezza. "Tomas - afferma il bravo regista - fronteggia il fatto di non essere riuscito a nascondere la più basilare delle pulsioni: l'istinto di sopravvivenza. Vive un dilemma, perché è duro ammettere di aver fatto quello che ha fatto, ma è duro anche continuare a mentire". Sarà costretto a percorrere un doloroso e umile cammino di autocritica, mentre Ebba, assumendosi il ruolo responsabile di madre e di moglie, dopo essere scivolata lungo i meandri del rifiuto e della disapprovazione, sarà capace di compiere, per il bene il futuro della famiglia che ama, un grande gesto di riconciliazione. Intimo e coinvolgente nella sua drammatica progressione narrativa, il film di Östlud si chiude inaspettatamente con un finale liberatorio - e non consolatorio - in cui i protagonisti agiscono con un senso della solidarietà, svelando il loro vero volto dinanzi agli altri personaggi del film, e a tutto il pubblico.
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