Una Chiesa dinamica quella del Mali, “testimone di speranza e di pace”, nonostante le serie difficoltà che affliggono questo Paese africano. Da qui l’incoraggiamento di Papa Francesco ai vescovi maliani, ricevuti in visita ad Limina, guidati dal loro presidente, mons. Jean-Baptiste Tiama. Il servizio di Roberta Gisotti:
Preservare dialogo interreligioso
Il Mali affronta già da qualche anno gravi problemi
sociali e politici, in ordine anche alla sicurezza, “che hanno a volte minato - ha
osservato il Papa - la convivenza tra le diverse componenti della società, non risparmiando
l’armonia tra uomini e donne di diverse religioni, presenti sulla terra maliana, ricca
di un glorioso passato, sinonimo di ammirevoli tradizioni, tra cui la tolleranza e
la coesione”. Da qui il grazie di Francesco alla Conferenza episcopale del Mali per
avere in “questo contesto delicato preservato lo spirito di dialogo interreligioso”,
tradotto anche nell’impegno comune di cristiani e musulmani per la tutela dei tesori
culturali del Paese, in particolare la biblioteca di Timbuctù, patrimonio dell’umanità.
Lotta contro intolleranza ed esclusione
Il Papa ha chiesto quindi ai presuli maliani al ritorno
in patria di assicurare la sua “vicinanza” ai loro “fedeli”, ma anche agli “altri
concittadini di ogni classe sociale e di ogni religione, uomini e donne di buona volontà
impegnati nella lotta contro l’intolleranza e l’esclusione”. “In questo momento difficile
ciascuno - ha raccomandato Francesco - è chiamato a superarsi, elevando lo sguardo
al di là dell’orizzonte dell’egoismo e degli interessi particolari per ricercare il
bene comune”. Mentre “le comunità cristiane e i loro pastori sono chiamati ad una
testimonianza di fede ancora più marcata, fondata su un’adesione senza riserve ai
valori del Vangelo”.
Promuovere valori cristiani, dignità donna e riconciliazione nazionale
In questo dinamismo che è proprio della Chiesa del
Mali, occorre - ha indicato il Papa - radicare i valori della famiglia cristiana in
un contesto sociale marcato dai divorzi e dalla poligamia e promuovere la condizione
e il ruolo della donna nella società, combattendo abusi e violenze, ricordandosi che
Gesu “ha voluto nascere da una donna, la Vergine Maria”. Indispensabile inoltre una
sinergia tra le Chiesa locali ispirata dalla carità e dall’unità, necessarie per essere
credibili anche nel dialogo con le altre fedi. Infine l’incoraggiamento di Francesco
ai vescovi del Mali a proseguire nell’opera di “promozione umana”, rivolta in particolare
ai giovani, svolta senza distinzione etnica o religiosa, ispirata alla cultura della
solidarietà e dell’accoglienza, specie per fronteggiare le violenze e favorire “un’autentica
riconciliazione nazionale”.
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