2015-05-07 11:57:00

Economia italiana in crescita. L'Ucid: spinti dalla ripresa globale


L’economia italiana si riprende, seppur lentamente. Secondo l’Istat nel 2015 il prodotto interno lordo italiano aumenterà dello 0,7% in termini reali. Cala la disoccupazione, al 12.5%. I particolari da Alessandro Guarasci

L'aumento del Pil nel 2015, con un +0,7%, chiuderà la fase recessiva del triennio precedente. L’Istat vede la ripresa, con un prodotto interno lordo che nel 2016 crescerà dell'1,2% e dell'1,3% nel 2017. Gli effetti positivi ci saranno sui consumi, con un aumento dello 0,5% "favoriti da un'evoluzione positiva del reddito disponibile e dal graduale incremento dell'occupazione". E in effetti, seppur di poco, il mercato del lavoro si muove. Nel 2015, la disoccupazione calerà dall’attuale 13% al 12.5% per poi arrivare al 12% nel 2016. Valori, quelli dei senza lavoro, comunque di molto superiori a paesi leader come la Germania. L’Istat fa notare che le sue previsioni sono legate all'attesa di un miglioramento dell'accesso al credito e a un tasso di cambio favorevole per l'euro. Insomma, l’Italia cresce ma in modo stentato. Abbiamo sentito Manlio D’Agostino, vicepresidente dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti

R. – Non c’è una vera ripresa, c’è una sintomatologia, un effetto positivo, che proviene da un andamento globale, un andamento generale. Tant’è vero che, ad esempio, con l’Expo, noi non siamo andati a costruire un nuovo sistema che ruota attorno all’Expo, stiamo aspettando che l’Expo ci dia qualche effetto e ci porti un po’ di economia.

D. – Quanto possiamo puntare sul Jobs Act, ma soprattutto su una futura di forma fiscale della pubblica amministrazione per rilanciare il Paese?

R. – Queste riforme sono molto belle e molto interessanti. Sicuramente potrebbero dare una grande spinta qualora gli attuativi, quindi tutta la parte poi realmente operativa, arrivi in tempi molto veloci e sia molto chiara. L’esperienza della Corte Costituzionale, che a distanza di tre anni va a modificare le regole del gioco, a torto o a ragione, non entro in questo merito, sicuramente, però, dà una grande incertezza. Se le regole del gioco sul mercato del lavoro vengono cambiate in itinere, ogni due anni o ogni sei mesi, la difficoltà dell’imprenditore è chiara ed evidente. 








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