2015-05-05 13:07:00

Settimana sicurezza stradale: in primo piano giovani e bambini


Ha preso il via la settimana mondiale della sicurezza stradale (4-10 maggio) lanciata dalle Nazioni Unite e dedicata ai più giovani. Ogni giorno infatti si contano 500 vittime solo tra i bambini e gli adolescenti con meno di 18 anni e in tal proposito tra le azioni concrete promosse nella settimana c’è la “Dichiarazione dei bambini per la sicurezza stradale” della campagna “Savekidslives” la quale mira a ridurre la mortalità sulle strade, soprattutto quella giovanile. Fondazione Ania è tra quelle che più ha investito in questo tipo di comunicazione e Federica Bertolucci ne ha intervistato il segretario Generale, Umberto Guidoni:

R. - In questa giornata si ricordano gli utenti vulnerabili della strada, quindi i pedoni, i ciclisti, i motociclisti e i bambini in modo particolare, ma si ricorda a tutti che la sicurezza stradale è un valore di civiltà e che una corretta convivenza tra i popoli passa anche nel rispetto delle regole della strada.

D. - Quali sono le misure di sicurezza che non vengono maggiormente rispettate per il trasporto dei bambini in auto?

R. - Nella maggior parte dei casi è il mancato utilizzo dei sistemi di ritenuta che per le diverse età vengono prescritti dal Codice della strada. Innanzitutto l’uso delle cinture di sicurezza posteriori e questo vale sia per i minori che per i maggiorenni: è obbligatorio per legge indossare, legare le persone trasportate anche sul sedile posteriore ad una cintura di sicurezza. Ciò non avviene in Italia e non accade in misura maggiore rispetto a tutti gli altri Paesi d’Europa. Per quanto riguarda invece i bambini è necessario usare un seggiolino. I seggiolini sono prescritti per legge e cambiano a seconda dell’età, del peso e dell’altezza del bambino; quindi è necessario informarsi perché venga utilizzato quello più adatto e soprattutto i bambini che vengono trasportati devono essere legati saldamente ai seggiolini per evitare che poi possano subire delle conseguenze gravi a seguito dell’incidente in quanto non sono legati. Non basta metterli sopra un seggiolino: bisogna legarli adeguatamente!

D. - Le vittime tra i 14 e i 17 anni pagano in prezzo altissimo, una strage che tra le cause vede anche l’uso delle "microcar" che spesso vengono modificate compromettendo la sicurezza.

R. – Si, questo è un tema sul quale noi ci siamo più volte battuti. Noi riteniamo che le "microcar" siano sicuramente dei mezzi che possono garantire una maggiore sicurezza rispetto al motociclo, ma è necessario che vadano alla velocità per la quale sono omologate, in quanto una modifica di questi mezzi ne compromette la sicurezza in caso di incidente con delle conseguenze gravissime. Il Codice della strada, in questo senso, è stato modificato qualche tempo fa, per cui ci sono delle sanzioni sia per chi le modifica sia per i meccanici che le modificano - proprio per cercare di creare un conflitto di interessi che eviti che questo fenomeno si diffonda - ma ancora non si è riusciti a risolvere il problema in maniera sostanziale. Noi però riteniamo che ci sia una maggiore sensibilità su questo e quindi ci auguriamo che questo fenomeno diminuisca sempre di più.

D. - Secondo voi un uso maggiore del trasporto pubblico ridurrebbe l’incidenza degli indicenti stradali?

R. - Certamente misure alternative di mobilità come possono essere come il trasporto pubblico riducono la probabilità di un incidente per una serie di motivazioni: in primo luogo, la riduzione del traffico che favorisce sicuramente una minore circolazione di veicoli provati e quindi una minore probabilità che questi abbiano un urto. In secondo luogo, il trasporto pubblico garantirebbe in maggiore sicurezza il trasporto di più cittadini e quindi eviterebbe anche in questo caso la possibilità che poi si verifichino degli incidenti stradali. Quindi sicuramente il trasporto pubblico in condizioni più adeguate, anche con una diffusione maggiore delle corsi preferenziali all’interno delle città, garantisce una sicurezza stradale maggiore.








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