2015-05-05 07:42:00

Primate d'Irlanda: no a ridefinizione costituzionale del matrimonio


Modificare la definizione tradizionale del matrimonio quale unione tra un uomo e una donna “non è una questione banale, è una rottura con la storia umana e con la natura stessa di questa istituzione”. Il Primate d’Irlanda mons. Eamon Martin interviene nuovamente sul referendum con cui il 22 maggio i cittadini irlandesi saranno chiamati ad esprimersi sulla modifica costituzionale che aprirebbe la strada alla legalizzazione delle nozze omosessuali.

Il matrimonio è molto più che una relazione d’amore tra persone
Lo fa con un messaggio diffuso il 2 maggio in cui ribadisce le ragioni dei vescovi contro la modifica. Ragioni che, come riaffermato dal Sinodo straordinario sulla famiglia, hanno a che fare con la natura intrinseca del matrimonio e non dettate da un atteggiamento discriminatorio verso le persone omosessuali, che la Chiesa rispetta. “E’ la natura che ci dice che le unioni tra persone dello stesso sesso sono fondamentalmente e oggettivamente diverse dall’unione complementare tra un uomo e una donna per loro stessa natura aperte alla vita”. In questo senso “il matrimonio è molto più che una relazione d’amore tra due adulti consenzienti”.

In gioco anche la libertà di coscienza
Ma in gioco con il referendum – avverte mons. Martin - è anche la libertà di coscienza e quindi la libertà di esprimere pubblicamente i propri valori e ciò in cui si crede.  Ciò che preoccupa l’arcivescovo è la situazione in cui si possono trovare i credenti se parlano del matrimonio tra un uomo e una donna, o della differenza tra i due sessi: “Se la società adotta e impone una ‘nuova ortodossia’ del matrimonio ‘gender-neutrale’ definendolo semplicemente come unione tra due persone - uomo e uomo o donna e donna - sarà poi sempre più difficile parlare o insegnare in pubblico il matrimonio come tra un uomo e una donna”. A questo proposito mons.  Martin pone alcuni interrogativi: “Ci saranno azioni legali nei confronti di individui o gruppi che non condividono questa visione? Che cosa dovremmo a questo punto insegnare ai bambini a scuola sul matrimonio o sugli atti omosessuali? Saranno costretti ad agire contro la loro fede e la loro coscienza coloro che continuano a credere sinceramente che il matrimonio è una unione tra un uomo e una donna?”.

Non avere paura di difendere il matrimonio tradizionale
Il messaggio conclude quindi con un invito a riflettere e pregare prima di andare al voto il 22 maggio. “Non abbiate paura – è l’esortazione finale - a parlare con coraggio in difesa dell’unione matrimoniale tra un uomo e una donna”. (A cura di Lisa Zengarini)








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