2015-05-03 15:50:00

La Chiesa italiana si prepara al prossimo Sinodo sulla famiglia


La difficoltà a sposarsi e le crisi coniugali sempre più frequenti, ma anche la famiglia come risorsa e una nuova pastorale orientata alla misericordia. Questi alcuni tra i temi emersi dalle risposte al questionario inviato alle Chiese locali dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, in preparazione all’Assemblea che si terrà ad ottobre sulla famiglia. Don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio per la pastorale familiare della Cei, sottolinea il contributo offerto non solo dalle diocesi, ma anche da aggregazioni e movimenti laicali, da singoli fedeli e famiglie. Adriana Masotti lo ha intervistato:

R. - Se inizialmente c’è stato un certo timore sulla complessità e anche il numero delle domande – 46 domande - in realtà poi abbiamo avuto un fiume di risposte. Insomma, un grande entusiasmo perché finalmente si ha anche la percezione di sentirsi davvero ascoltati, con un Papa che ha questa particolare tenerezza averso il popolo e riconosce in esso anche il volto vivo di Dio Padre.

D. – Dalle risposte arrivate ai questionari emerge la constatazione di una difficoltà sempre maggiore nelle coppie a scegliere il matrimonio …

 R. - Purtroppo si avverte sempre di più questa “punta di iceberg”, ovvero la questione che si vive l’affetto sponsale senza giungere al matrimonio e si fanno figli senza aver fatto famiglia. Davanti a questa preoccupazione però emerge anche la bellezza di tante famiglie che, come molti hanno riconosciuto, sono come quelle fiammelle che portano la luce nei quartieri, nelle città. La Chiesa è un il faro che illumina anche chi naviga nella notte. Ma poi questa luce arriva attraverso queste piccole fiammelle che sono la presenza di tante belle famiglie in Italia.

D. - Quali altri punti, quali richieste o proposte sono emersi?

R. – Sicuramente è emerso anche un atteggiamento un po’ nuovo, per certi versi, di misericordia, di maggior rispetto per le situazione di diversità, di difficoltà, di sofferenza, anche la questione delle nuove unioni, dei conviventi, delle unioni omosessuali, ... Certo, la Chiesa annuncia la verità del sacramento del matrimonio e lo splendore che c’è nel principio della creazione, ma nello stesso tempo accompagna  anche chi vive il fallimento del matrimonio o cerca di accompagnare quei conviventi che, in qualche modo, intuiscono il desiderio di un “per sempre”, di dare spessore alla loro unione ma non ce la fanno ed hanno bisogno di tanto aiuto, di una nuova sapienza pastorale in grado di vivere “quest’arte dell’accompagnamento”, come la chiama Papa Francesco, che è sentire la tenerezza verso questi figli di Dio.

D. - Ci sono poi le tante separazioni, i divorzi …

R. - Spesso, dietro alle crisi di coppia, c’è tanta solitudine che si trasforma poi in separazione. Quello che molti dei questionari rilevano è che dove ci sono famiglie che adottano una famiglia, questo virus della solitudine viene vinto e si ritrova anche la possibilità di amarsi per sempre.

D. – Sulla questione delle separazioni, delle crisi coniugali emerge una disponibilità, forse nuova, al sostegno reciproco …

R. – Sicuramente. Per esempio, questo aspetto di una “famiglia che adotta una famiglia” viene sottolineato da molte diocesi che lo stanno vivendo in varie forme, per esempio prendendosi cura, da parte di una famiglia un po’ più matura, di una coppia di fidanzati, a volte anche di una coppia di giovani sposi che stanno iniziando a vivere il compito genitoriale e hanno bisogno di un vero sostegno o anche di situazioni di crisi di coppia, dove famiglie che magari hanno superato la crisi, diventano quindi dal basso, dei veri accompagnatori. Ecco, questa è una vera nuova modalità pastorale che sta emergendo. Quindi non si tratta tanto di un’organizzazione, ma di dare forza e luce a quel sacramento del matrimonio che diventa Vangelo vivo anche per chi non riesce a viverlo. Quello che noi abbiamo sperimentato è che in moltissimi casi - dove ci sono delle competenze, ma anche e soprattutto una tenerezza con la quale si può accompagnare chi si sta separando - si può tornare insieme, si può rivivere quel perdono. E lo annunciano le tante coppie che avrebbero potuto rompere quel rapporto, e invece, per grazia di Dio, non solo sono insieme, ma sono felicemente insieme.








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