2015-05-01 13:57:00

Irlanda: speciale Messa per i cristiani perseguitati


Sulle persecuzioni subite dai cristiani in Medio Oriente e in Nord Africa c’è un silenzio “spaventoso”, dovuto alla secolarizzazione delle nostre società occidentali che oggi guardano con ostilità al cristianesimo, ma anche al timore diffuso di dare l’impressione di pensare solo alle vittime cristiane. A denunciarlo è l’arcivescovo irlandese di Tuam, mons. Michael Neary, che sabato pomeriggio nella Basilica di Knock presiederà una Messa speciale per commemorare i cristiani uccisi dalla furia omicida dei jihadisti. La sua denuncia fa eco alle dure parole pronunciate l’anno scorso alla Camera dei Lord dall’ex Rabbino Capo d’Inghilterra Jonathan Sachs che aveva paragonato le attuali persecuzioni ai pogrom anti-ebraici in Europa.

Il Governo irlandese prema per un intervento  dell’Europa

In una dichiarazione accompagnata da un articolo pubblicato ieri,  mons. Neary ha invocato l’urgenza di aiutare i perseguitati con la preghiera, ma anche con un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica irlandese per ottenere un’iniziativa politica che fermi la mano dei carnefici. “L’Irlanda – ha detto - ha una lunga tradizione di peacekeeping e di opere caritative in Medio Oriente e in Africa di cui può andare orgogliosa. Il nostro Governo potrebbe esercitare la sua autorità morale per convincere l’Unione Europea ad occuparsi di questa questione”.

Accogliere i rifugiati vittime delle persecuzioni con cuore aperto

Ma mons. Neary chiama in causa anche le responsabilità dei cittadini e in particolare dei fedeli, con riferimento alle drammatiche conseguenze umanitarie di queste persecuzioni: “La persecuzione dei cristiani è diventata ormai parte di un problema più vasto che ha prodotto la più grave crisi di rifugiati dalla Seconda Guerra Mondiale. Il Mediterraneo si è trasformato nel più grande cimitero del mondo, con migliaia di uomini, donne e bambini che annegano nell’indifferenza dell’opinione pubblica e dei leader politici” . Di qui il pressante invito a cambiare atteggiamento verso gli immigrati e i rifugiati e a non volgere lo sguardo da un’altra parte: “Non possiamo indurire i nostri cuori di fronte alle loro sofferenze e alle morti nel Mediterraneo. Non ha senso chiedere l’intervento dei nostri leader politici se non siamo disposti a dimostrare l’accoglienza del cuore verso stranieri che cercano rifugio da noi”.








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