2015-04-29 16:00:00

Riapre rinnovata l'antica libreria Arion di Montecitorio


Una buona notizia per gli appassionati di libri e di arte. E’ stata riaperta a Roma l’antica libreria Arion di Montecitorio, che aveva abbassato le serrande nel Maggio 2014, come tante nel centro storico capitolino. Uno sforzo collettivo e circostanze favorevoli hanno ridato vita ad un piccolo ma vivacissimo spazio in cui tradizione e innovazione si uniscono in una proposta di alto livello. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Rivisitato il piano spese e trovato un partner importante - un collezionista  di opere d’arte - la libreria di un’area urbana di grande fascino, come Montecitorio, torna ad accogliere i visitatori con una offerta specialistica: le rarità dell’editoria minore, ricca di spunti nuovi; e la bellezza dell’arte, con una galleria permanente e una retrospettiva ogni due mesi, che inizia sul tema del rapporto tra arte e politica. “Cambia il mercato deve cambiare l’offerta”, spiega Marcello Ciccaglioni, presidente delle Librerie Arion:

“Bisogna trovare dei valori aggiunti, perché il libro cartaceo non regge più una situazione commerciale. Quindi, in funzione della territorialità e della clientela, si devono adeguare queste strutture. Quindi la tradizione, la cultura, la qualità e poi cercare di utilizzare tutti gli strumenti innovativi”.

E dell’innovazione fa parte anche il servizio speciale di consegna rapida che c’è a Montecitorio e il cambio automatico: si lascia un libro che non piace o non serve più, in cambio di un buono sconto per un acquisto più aderente ai gusti - perché no? - anche dopo una chiacchierata con il libraio...

“La logica è proprio quella di far scoprire la qualità dei libri. Non riesco ad immaginare che il librario non possa più consigliare il libro giusto alla persona che conosce, al suo cliente e creare anche un rapporto umano”.

Una proposta originale e di alto livello, dunque, per ribadire a gran voce l’importanza dei luoghi nelle quali le persone tornino ad incontrarsi, a sfogliare libri, a godere di opere d’arte, a percepire insomma la cultura come una opportunità che appartiene al quotidiano. 








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