Da venerdì 24 aprile nove ex prigionieri politici della regione cilena di Biobío si trovano all'interno della cattedrale di Concepción in sciopero della fame. I manifestanti rappresentano migliaia di ex prigionieri politici che attraverso una campagna nazionale chiedono al governo di migliorare le loro pensioni e di promulgare la legge di compensazione. I gruppi hanno espresso le loro richieste fin dal 13 aprile, e oggi sono in programma diverse manifestazioni in tutto il Paese.
La Chiesa non chiederà lo sgombero ed è pronta a mediare
Secondo quanto riferisce l'agenzia Fides, domenica scorsa l'arcivescovo di Concepción,
mons. Fernando Chomalí, ha detto chiaramente che non chiederà lo sgombero dei manifestanti
e si impegnerà a mediare per una soluzione rapida della vicenda. Il portavoce degli
ex detenuti mobilitati, Luis Moreno, ha informato che sabato scorso si erano incontrati
con l’arcivescovo, esprimendogli le loro esigenze e non escludendo di "radicalizzare"
le loro azioni di protesta.
Il governo sembra indifferente al problema
La situazione nel Paese è diventata molto tesa per l'indifferenza del governo alle
esigenze manifestate da queste persone. Ieri uno dei senatori, Alejandro Navarro,
ha accusato la Presidente Bachelet sui media, affermando: "Non è possibile che questo
accada con il governo della Presidente Bachelet, ex prigioniera politica. Il governo
deve rispondere a questa gente e alle promesse fatte prima, durante la campagna elettorale".
(C.E.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |