“Nel cuore della notte, lancio un appello a tutti quelli che sono in attesa dell’aurora”. “L’esodo dei cristiani dai loro Paesi di origine, indebolirà anche il ruolo dei musulmani moderati”. È stato un appello a tratti commovente e disperato a favore delle Chiese e dei popoli perseguitati in Medio Oriente, quello lanciato sabato scorso dal palco dell’Unesco - appena sbarcato a Parigi - dal patriarca Béchara Raï. “La comunità internazionale - ha insistito il capo della Chiesa maronita - si mostra sin troppo lenta nel fermare l’opera di morte e devastazione di assassini senza fede e senza frontiere”.
In Francia proveniente dall'Armenia
Il patriarca maronita card Béchara Raï - riferisce l'agenzia AsiaNews - è arrivato
in Francia, proveniente dall’Armenia, dove in rappresentanza dei patriarchi orientali
ha partecipato alle cerimonie per il centenario dell'eccidio armeno. Egli resterà
in terra transalpina per quattro giorni; domani è previsto l’incontro ufficiale con
il presidente francese François Hollande.
Discorso all'Unesco su cristiani in Medio Oriente e cultura della pace
La prima giornata del patriarca è stata caratterizzata da un discorso pronunciato
all’Unesco, incentrato sul tema: “La presenza cristiana in Medio Oriente e il suo
ruolo nella promozione della cultura della pace”. Il patriarca ha parlato alla presenza
di Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco, del presidente del Consiglio direttivo
dell’organizzazione Mohammad Sameh Amr e dell’ambasciatore Khalil Karam, delegato
permanente del Libano presso l’organismo Onu specializzato nell'educazione, la scienza
e la cultura. Da storico consumato, il patriarca Raï ha tracciato un breve excursus
sulla “bi-millenaria presenza cristiana in Medio Oriente”, ha sottolineato il ruolo
di promotore di cultura e pace garantito da questa presenza [seppur minoritaria] e
proposto le modalità per preservarla.
L'esodo dei cristiani indebolirà il ruolo degli stessi musulmani moderati
Nel suo discorso, il patriarca ha posto “la risoluzione del conflitto israelo-palestinese”
quale prima condizione per salvaguardare questa presenza. Ed è facile capire quanto
la sfida appaia insormontabile. In un passaggio successivo, il patriarca non ha mancato
di ricordare che, sul piano storico, il declino della civiltà arabo-musulmana è coinciso
con “il soffocamento della società cristiana” e di avvertire che “l’esodo dei cristiani
dai loro Paesi di origine, indebolirà il ruolo degli stessi musulmani moderati, che
rappresentano finora la grande maggioranza dei musulmani del Medio Oriente”.
La comunità internazionale tarda a intervenire
Infine, egli ha lanciato un monito: “Dalla tribuna dell’Unesco, io sono venuto qui
per portarvi la voce di quelli a cui hanno tolto la voce. Sono venuto qui per mostrarvi
l’angoscia di milioni di rifugiati, di sfollati, di anziani e bambini, di donne e
uomini che hanno perduto le loro [voci], ai quali hanno rubato il proprio Paese e
i propri beni, distruggendo il loro avvenire. Sono venuto qui a testimoniare il dolore
immenso e inenarrabile di quanti sono stati perseguitati a causa della loro fede,
di quanti sono stati offesi in nome del Dio della misericordia, invocato dalla bocca
di spietati assassini. Sono venuto qui a gridare a gran voce la causa di quanti attendono
la fine della notte e che sperano nella salvezza portata da una comunità internazionale
che tarda a intervenire, e a fermare l’opera di morte perpetrata da assassini senza
fede e senza frontiere”. “Dal cuore della notte che ci avvolge, nelle tenebre più
oscure che ci circondano, lancio un accorato appello a tutti quelli che sono in attesa
di osservare l’aurora, in Oriente come in Occidente, in Europa come nel mondo arabo,
cristiani e fedeli dell’islam - ha aggiunto il patriarca maronita - perché ci aiutino
a elevare la speranza e a confortare una volta di più popoli abbandonati, inermi,
cacciati e perseguitati, in questo loro amaro desiderio di non rassegnarsi alle avversità”.
Appelli per l'elezione del Presidente libanese
Prima dell’inaugurazione avvenuta ieri nel contesto di una festa solenne della Villa
dei Cedri a Meudon, sede della nuova diocesi maronita di Francia, il patriarca ha
lanciato due vibranti appelli per l’elezione - senza ulteriori ritardi - del Presidente
della Repubblica libanese. Due appelli che sono coincisi con la fine dell’11mo mese
vacante della carica presidenziale (25 maggio 2014). (F.N.)
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