2015-04-27 13:18:00

Cambio di leadership nella Repubblica turca di Cipro nord


Cambio di leader nella Repubblica turca di Cipro del Nord, riconosciuta solo dalla Turchia. Il socialdemocratico Mustafa Akinci, 67 anni, è stato eletto quarto leader della Repubblica con oltre il 60% delle preferenze nel ballottaggio svoltosi domenica 26. Ha staccato di circa 20 punti il leader turco-cipriota uscente, Dervis Eroglu, 77 anni, conservatore. Sembra emergere volontà di cambiamento nella parte dell'isola sotto occupazione militare turca dal 1974, ma anche il desiderio di affrancarsi dall'ingerenza del governo di Ankara nella gestione dei negoziati con i greco-ciprioti per riunificare l'isola. Fausta Speranza ne ha parlato con la docente della Luiss Valentina Scotti, studiosa della questione cipriota:

R. – Sì, sicuramente è un voto molto rilevante. Innanzitutto è stato eletto un socialdemocratico, Akinci, con una notevole esperienza politica – è già stato sindaco della parte nord di Nicosia, è stato vice primo ministro – anche se era assente dalla scena politica da una decina di anni. In campagna elettorale l’impegno per una soluzione della questione cipriota è stato in maniera abbastanza forte dichiarato. Molti dicono addirittura che a maggio potrebbero riaprirsi i negoziati con la parte greca. Molti si augurano che nei prossimi 5 anni si riesca a venire a capo di una questione che è durata un bel po’. Per il momento sono ottime speranze che però necessitano di essere concretizzate. Sicuramente il fatto che anche la parte greca e in particolare il presidente della repubblica di Cipro, Anastasiadis, abbia accolto con favore queste elezioni, ancora una volta, fa ben sperare ma poi bisogna passare dalle speranze a cose più concrete.

D. – Ultimamente c’è stata la scoperta di grandi giacimenti sottomarini di gas al largo della costa meridionale di Cipro: questo complica lo scenario…

R. – Questo sicuramente complica perché la Turchia a questo punto ha un ulteriore interesse a mantenere una sfera di influenza importante. Però non si può escludere che anche rispetto a una Cipro riunificata la Turchia possa continuare ad essere un rilevante partner dell’isola e magari l’isola potrebbe consolidare ancora di più i pacifici rapporti che si sono ormai, potremmo dire, consolidati tra Grecia e Turchia, anche con una partnership per lo sfruttamento di queste risorse. Quindi, c’è un doppio tipo di lettura: potrebbe essere un ulteriore elemento di frizione, ma potrebbe anche essere un elemento che facilita i negoziati qualora si volesse pervenire a soluzioni condivise.

D. – Akinci nel suo programma ha indicato la riunificazione dell’isola sulla base di un sistema federale e una smilitarizzazione della repubblica: questo lo vede possibile a breve?

R. - Molti analisti ritengono che la cosa sia possibile. Diciamo che la situazione è complicata dall’esistenza di un trattato molto strutturato e molto complesso che coinvolge non soltanto Grecia e Turchia ma anche la Gran Bretagna. All’interno di questo trattato c’è una parte strettamente relativa alla Costituzione dell’isola che entrambe le parti poi hanno finito per disattendere. Certo, bisognerà profondamente rinegoziare le basi su cui strutturare questa federazione. Bisognerà capire soprattutto come verranno gestite soprattutto le alte cariche del Paese: se si tratterà di una ripartizione per quote, una ripartizione fissa, come già fu fatto col modello libanese, o se invece si riunificherà l’isola e si lascerà al libero gioco elettorale della popolazione riunificata anche la definizione di queste cose. Bisogna vedere come si svolgeranno i negoziati. Ancora una volta bisognerà sperare nei popoli che compongono queste due repubbliche. Probabilmente si ricorderà come, già nel 2004, il piano Annan aveva tentato la riunificazione e poi in quel caso furono i greco-ciprioti a votare contro con un referendum.

D. – Parliamo di una popolazione veramente scarsa su un territorio che però è uno scacchiere internazionale: basti dire che vicinissimi ci sono la Siria, Israele. E quindi gli interessi in particolare adesso  con i giacimenti sottomarini sono fortissimi. Forse si gioca una partita anche al di sopra delle teste della popolazione?

R. – Sì, gli attori esterni che influiscono e hanno un peso in questi negoziati sono tanti e possono avere anche opinioni e tendenze divergenti. Bisogna vedere come le forze esogene e quelle endogene porteranno a una conclusione sui negoziati.








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