La fede in relazione alla dottrina, alla famiglia, al vissuto sociale, alla cultura, alla politica ed all’educazione: sono stati questi i temi delle Proposizioni finali del secondo Sinodo diocesano di Cotonou, in Benin, conclusosi il 18 aprile scorso. A segnare la fine dei lavori, convocati il 25 marzo dello scorso anno, è stata una Messa solenne di ringraziamento presieduta da mons. Antoine Ganyé, arcivescovo della città, nella Chiesa locale di San Michele. Al Sinodo hanno preso parte oltre 200 partecipanti tra sacerdoti, religiosi e religiose, superiori maggiori, delegati diocesani ed esperti del settore.
Manifestare solidarietà e fraternità della Chiesa
Consegnate nelle mani di mons. Ganyé, le Proposizioni
finali saranno prossimamente oggetto di una dichiarazione ufficiale rivolta a tutti
i componenti della “Chiesa-famiglia” di Cotonou. Già aprendo l’Assemblea diocesana,
il presule aveva esortato il Sinodo a lavorare con tutte le forze, il cuore e la fede
a l’opera per il quale Signore chiama la Chiesa. L’obiettivo dell’assise, ha concluso
il presule, deve essere quello di “lavorare all’unione sacra tra i fedeli come un’unica
comunità cristiana, manifestando la forza della solidarietà e della fraternità che
deriva dal legame battesimale”.
In cammino verso il Sinodo generale sulla famiglia
In questo modo, la diocesi di Cotonou si prepara anche
al Sinodo generale ordinario, il 14.mo della storia, in programma in Vaticano dal
4 al 25 ottobre, e dedicato al tema “La vocazione e la missione della famiglia nella
Chiesa e nel mondo contemporaneo”. (I.P.)
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