2015-04-24 13:04:00

Giornata meningite, Rezza: disinformazione contro i vaccini


In occasione dell'odierna Giornata mondiale contro la meningite è stata lanciata una nuova campagna d'informazione sui vaccini. Oggi l'Italia registra 1000 nuovi casi l'anno. Nonostante l’esistenza di numerose vaccinazioni, alcune forme di meningite che prima si ritenevano debellate sono tornate a colpire. Federica Bertolucci ha intervistato il dott. Giovanni Rezza, virologo all’Istituto Superiore di Sanità: 

R. - La meningite è un fenomeno globale. Ricordiamo che in Africa, soprattutto il sierogruppo A, ma anche altri sierogruppi, come il gruppo W-135, danno vita a delle epidemie ricorrenti, soprattutto nella fascia del Sahel, che fanno migliaia di casi e purtroppo anche molti morti. In Occidente, l’incidenza è minore: nei Paesi industrializzati abbiamo una situazione di endemia, però talvolta si determinano dei focolai epidemici, anche se molto ristretti rispetto a quanto avviene nel Sahel. Certamente bisognerebbe fare di più per aumentare soprattutto le misure di prevenzione, anzitutto con il vaccino.

D. – La vaccinazione ha risentito di false credenze. Per esempio, c’è chi parla di un legame tra l’autismo e le vaccinazioni contro la meningite. Come risponde a questo tipo di disinformazione?

R. – Beh, diciamo che il legame con l’autismo è stato ipotizzato soprattutto nei confronti del morbillo e via dicendo: perché una volta che questo mito ha cominciato a circolare, dopo ha assorbito anche le altre vaccinazioni. Tuttavia, tutti gli studi scientifici hanno dimostrato che non c’è assolutamente alcuna correlazione tra ogni tipo di vaccinazione e l’autismo e altre malattie dello spettro autistico. Il punto è che, purtroppo, c’è un sentimento anti-vaccinale che, sicuramente nei Paesi industrializzati, ma anche in alcuni Paesi poveri di risorse, Paesi in via di sviluppo, ha preso piede; e questo fa sì che le coperture vaccinali tendano a calare. Anche se in questo momento, per quanto riguarda la meningite, le coperture vaccinali nei bambini - per esempio anche in Italia - non sono basse.

D. – Una volta contratta la meningite, qual è l’efficacia delle cure?

R. – In teoria, essendo una malattia batterica, con una buona dose di antibiotici la meningite potrebbe essere affrontata e sconfitta. Il problema è quando invece l’infezione da meningococco si manifesta subito come una sepsi, una setticemia, una infezione generalizzata, come rilascio di tossine nel sangue. In quel caso si va spesso incontro a quella che viene definita “coagulazione intravascolare disseminata” e a un collasso, uno shock. Questo purtroppo può portare a morte nel giro di poche ore. Questo è il motivo per cui non sempre si riesce ad affrontare come si vorrebbe la meningite.

D. – Contro la meningite, l’unica prevenzione, ad ora, è la vaccinazione?

R. – Certamente. Perché la meningite si contrae per contatto diretto. Non c’è modo per prevenirla, perché spesso i portatori sono sani e allora l’unica misura efficace veramente è la vaccinazione. Per quanto riguarda l’Italia, è fortemente raccomandata la vaccinazione contro il meningococco di tipo C, quello che dà focolai epidemici – per esempio sta dando un focolaio epidemico in questi giorni proprio nel nord della Toscana – e viene raccomandata a un anno di età circa. Per quanto riguarda invece altri vaccini – per esempio è disponibile un vaccino contro quattro sierogruppi diversi di meningococco, e questo è raccomandato soprattutto agli adolescenti, agli adulti, ai viaggiatori. E da pochi mesi è disponibile anche un altro vaccino contro il sierogruppo B, che è quello che in Italia, da quando è stata iniziata la vaccinazione contro il sierogruppo C, è più frequente, circola di più, e però non c’è ancora una raccomandazione a livello nazionale. Io penso che proprio di questo si sta discutendo in questi giorni. 








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