2015-04-23 13:41:00

Antitrust Ue contro Gazprom: abuso di posizione dominante


L’antitrust europeo colpisce il gigante russo Gazprom. Dopo tre anni di indagini, il commissario alla concorrenza Margrethe Vestager ha messo nero su bianco le accuse contro l’azienda russa del gas, che ritiene colpevole di aver abusato della sua posizione dominante nell'Europa centrale ed orientale. Per Bruxelles, non solo ha ostacolato la concorrenza tra Stati impedendo il libero scambio di gas, ma ha anche attuato una politica dei prezzi "sleale", applicando ad alcuni tariffe superiori anche del 40% rispetto ad altri. Gazprom risponde definendo le accuse "infondate". Della vicenda Fausta Speranza ha parlato con Giovanni Fiore, docente di Corporate Governance all’Università Luiss:

R. – Premesso che – ovviamente – bisognerebbe leggere in dettaglio quali sono le contestazioni che l’Unione Europea muove a Gazprom, credo che sia noto a tutti che Gazprom, azienda russa che produce e distribuisce gas, è un gigante nel suo settore e che moltissimi Paesi, in parte anche l’Italia, ne dipendono fortemente. Da quello che si legge, sembrerebbe che la contestazione dell’Unione Europea sia quella per cui Gazprom, attraverso delle politiche restrittive, impedisca lo scambio libero del gas in alcuni Paesi, principalmente dell’Europa Orientale. Quindi fondamentalmente Gazprom sfrutta la sua posizione di dominio “ricattando” questi Paesi e dicendo loro: “o voi gestite in un certo modo il consumo e la distribuzione del gas o io non vi fornisco più”. Però ripeto: questo è quello che si legge dai giornali fondamentalmente.

D. – Si parla di politica sleale per i prezzi: è proprio quello di cui parlava lei?

R. – Quando un operatore è così grande ed ha una posizione così dominante è inevitabile che un pochino abusi di questa sua posizione dominante. Il mercato del gas è un mercato abbastanza oligopolistico, nel senso che ci sono pochi operatori sul mercato ed è quindi evidente che ci può essere una distorsione sui prezzi ma bisogna vedere di quanto. Però questo richiederebbe un’analisi molto più approfondita. Secondo me, se la vogliamo vedere dal punto di vista della politica economica, è chiaro che è abbastanza singolare che questo confronto con la Gazprom avvenga proprio in un periodo in cui ci sono, tra l’altro, anche le sanzioni nei confronti della Russia… Quindi, secondo me, è una ulteriore arma di pressione che viene utilizzata dall’Unione Europea nei confronti di Gazprom.

D. – E’ anche vero che sono processi che sono partiti già da un po’: prima che si muove la macchina europea…

R. – Lei ha perfettamente ragione! La giustificazione è quella che, appunto, probabilmente si tratta di un processo che ha richiesto un’analisi attenta e accurata, perché sono indagini – queste – che richiedono degli studi e degli approfondimenti. Diciamo che la tempistica potrebbe essere questa. Certo non si può non notare che avviene in un momento in cui esistono anche le sanzioni con la Russia; esiste un problema, in generale, geopolitico di rapporto tra Unione Europea e la Russia e quindi questo indubbiamente è un elemento che complica ulteriormente il quadro.

D. – Ci fa qualche esempio di Paese europeo che ha proprio sulla questione energia e con Gazprom interessi particolari? E’ vero il legame molto particolare della Germania?

R. – Sì, certamente. Ma anche noi avevamo dei rapporti privilegiati che sono stati poi messi in discussione: ricordiamo la famosa vicenda del gasdotto SouthStream. Guardi, la politica energetica è un tema davvero rilevante per ogni Paese: la politica energetica è una parte fondamentale del bilancio di un Paese. Perciò ogni Paese fa una politica a sé, una politica europea dell’energia di fatto non esiste.

D. – Questa Europa così divisa, debole su questo mercato ormai globale con giganti emergenti come la Cina, l’India o altri, però ha vinto il braccio di ferro con Microsoft e adesso sta sfidando il gigante Gazprom. Che dire?

R. – Ha sfidato anche Google. Una delle poche cose che funzionano in Europa è l’antitrust: sicuramente questo non si può negare. L’antitrust è importante in tutto il mondo e combattere i monopoli e gli oligopoli è uno dei cardini per il libero mercato, perché – è noto – se c’è un soggetto che ha una pozione forte o dominante può imporre i suoi prezzi, può imporre le sue regole e tutto questo a danno delle altre imprese e dei consumatori. Quindi, da questo punto di vista, l’antitrust è un cardine del funzionamento del libero mercato. Se non facciamo funzionare l’antitrust non funziona bene il libero mercato. Però non è che una politica economica comune si fa soltanto attraverso i veti: certamente è giusto imporre il rispetto delle regole a soggetti che hanno posizioni dominanti, ma serve sicuramente una politica comune. Invece, su questo si va in ordine sparso.








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