I vescovi sudafricani condannano le recenti ondate di violenza xenofoba che hanno insanguinato Durban, provocando la morte di almeno quattro persone. “La Southern African Catholic Bishops’ Conference (Sacbc) ha osservato con tristezza le violenze xenofobe a Durban che l’arcivescovo del luogo, il card. Wilfrid Napier, ha già condannato” afferma una nota firmata da mons. William Slattery, arcivescovo di Pretoria e portavoce della Sacbc.
Diffondere pubblicamente il valore dell’ospitalità radicato nella cultura
Zulu
Le violenze sono esplose dopo che la stampa locale aveva riportato alcune affermazioni
del re degli Zulu, Goodwill Zwelithini, secondo le quali gli stranieri dovevano andarsene
dal Sudafrica. In seguito il leader tradizionale degli Zulu (al quale la Costituzione
riconosce un ruolo simbolico e cerimoniale) aveva affermato che le sue parole erano
state male interpretate. “Mentre riconosciamo che le esternazioni da parte di Sua
Maestà, il re della nazione Zulu, non hanno mai significato né previsto queste violenze,
crediamo che debba condannare categoricamente gli atti violenti e diffondere pubblicamente
il valore dell’ospitalità radicato nella cultura Zulu” afferma il messaggio.
Tensioni tra autoctoni e immigrati all'origine delle violenze
All’origine delle violenze c’è una guerra tra poveri: su 50 milioni di abitanti, il
Sudafrica conta 5 milioni di immigrati provenienti da Paesi in difficoltà come Somalia,
Etiopia, Zimbabwe e Malawi, e persino da Cina e Pakistan. Con un alto tasso di disoccupazione
si sono create forti tensioni tra autoctoni e immigrati, molti dei quali sono dediti
al crimine. “Comprendiamo la rabbia della popolazione verso gli stranieri per ragioni
legittime” scrivono i vescovi. “Siamo però una nazione di pace, che ha vinto l’apartheid
con un uso molto limitato della violenza ed un accordo che è stato raggiunto pacificamente”.
Appello al governo di intervenire
Il messaggio invita gli stranieri a non commettere crimini e avverte tutti ad un uso
responsabile dei social media per evitare di diffondere messaggi di odio. I vescovi
concludono chiedendo al governo di intervenire per identificare chi incita agli scontri
e ad affrontare “i problemi che generano il contesto di queste terribili violenze”.
(L.M.)
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