2015-04-17 09:30:00

Santa Sede: combattere fame superando oligopoli e colonialismo


La situazione agricola mondiale deve essere priorità dei governi e delle istituzioni internazionali: è quanto emerge dalla presentazione, ieri presso la Radio Vaticana, del libro “Terra e cibo" pubblicato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Tra i partecipanti, il presidente del dicastero, il cardinale Peter Turkson, mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana e già segretario di Giustizia e Pace, il responsabile della comunicazione istituzionale della Fao Mario Lubetkin ed esponenti di Caritas Internationalis e Coldiretti. Un libro che vuole sensibilizzare su questioni fondamentali e che - è stato ricordato - esce a poche settimane dall'apertura dell'Expo di Milano sul tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Il servizio di Fausta Speranza:

Sono diversi i Paesi in cui si registra un indebolimento agricolo. La crisi degli ultimi anni, da una parte, ha accentuato il fenomeno, dall’altra, lo ha messo in luce. E se è vero che si registrano progressi nella lotta contro la fame, restano 805 milioni le persone sottoalimentate nel mondo. Non mancano gli appuntamenti internazionali, come ricorda il prof. Mario Lubetkin della Fao:

“Passaggi come il summit mondiale dell’alimentazione del 1996 a Roma, dove i Paesi si sono impegnati a dimezzare il numero totale di affamati; l’assemblea del Millennio del 2000, quando il mondo ha individuato gli otto obiettivi dello sviluppo da raggiungere nel 2015; il ‘Rio+20’, la conferenza per lo sviluppo sostenibile nel 2012, a Rio de Janeiro, e la seconda conferenza internazionale della nutrizione, organizzata l’anno scorso dalla Fao e dall’Organizzazione mondiale della sanità e a cui ha partecipato il Pontefice. Questo 2015 segna anche la fine del ciclo degli Obiettivi del Millennio e l’inizio di una nuova epoca, quella degli Obiettivi dello sviluppo sostenibile”.

La tendenza è positiva: basta guardare i progressi in America Latina o Asia orientale ma ancora tanto resta da fare. Ancora il prof. Lubetkin:

“Ma la battaglia contro la fame non è vinta: anche se il cibo sulla terra è sufficiente per sfamare tutti – come lo ricorda il Pontefice – la disponibilità di cibo pro capite è aumentata nel 40 per cento negli ultimi anni, e circa 800 milioni di persone soffrono ancora la fame. Questi 800 milioni sono troppo poveri per comprare il cibo necessario, il che significa che non hanno accesso al mercato. E’ necessario garantire che tutti abbiano i mezzi necessari per produrre cibo da soli o per acquistarlo”.

Il punto centrale lo solleva mons. Mario Toso: “Il diritto al cibo – dice – è sancito dalle Carte internazionali ma non è questione prioritaria”. E parla di responsabilità:

“Ciò che risulta palese è che il maggior numero di cause della mancata effettività del diritto al cibo e alla sicurezza alimentare sono proprio da ricercarsi a livello politico-istituzionale, quindi la necessità di puntare l’attenzione su questo livello. La carenza di adeguate politiche economiche, fiscali e creditizie con la conseguente insufficienza di infrastrutture di stoccaggio, trasporto e comunicazione sono anche all’origine dell’indebolimento agricolo di numerosi Paesi”.

Capire le responsabilità per trovare soluzioni: ancora mons. Toso:

“L’universalizzazione del diritto al cibo e la sicurezza alimentare sono possibili vincendo le concentrazioni oligopolistiche, le nuove forme di latifondo e di colonialismo, le nuove ideologie che assolutizzano tecnica, consumo, mercato, profitto a breve termine, investimenti privati, natura, rispetto alla vita umana”.

A chiarire senso e obiettivo del libro, frutto del lavoro di due anni e di contributi di persone dai più diversi continenti e ambiti, è il cardinale Peter Turkson:

“Il libro 'Terra e cibo', di 150 pagine, suddivise in tre parti – vedere la situazione; giudicare e poi agire – traccia la situazione generale dell’alimentazione e dell’agricoltura nel mondo, in termini di sviluppo, carenza di cibo e povertà. Si ispira alla fede cristiana, la Bibbia e la Dottrina sociale della Chiesa per fare derivare nuove guide e regole di azione”.

Resta fondamentale considerare il tutto secondo le logiche di un umanesimo integrale che – sottolinea mons. Toso – deve partire dal rispetto della vita e deve rifiutare la tendenza moderna a commercializzare qualunque cosa.








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